Il virus del debito
Con la
crescita annunciata dei tassi d’interesse, come argine all’inflazione
incombente, si pone nuovamente il problema dell’eccessivo indebitamento, pubblico
e privato.
Il “debito
globale”, pubblico e privato, in tutti i paesi del mondo, è arrivato a 226 trilioni
di dollari – trilione da intendersi come in uso negli Usa, come mille miliardi.
È il calco lo che il Fondo Monetario Internazionale pubblica, a firma Vitor Gaspar,
Paulo Medas e Roberto Perrella. Il 2020 ha registrato il più grande aumento annuale
del debito dalla fine della guerra. Con un balzo di 26 punti in rapporto al pil
mondiale, al 256 per cento.
“Più
della metà” dell’aumento è dovuto al debito pubblico. Che è ora al 99 per cento
del pil mondiale. Di poco inferiore, il 98 per cento, è il debito privato societario.
Quello familiare è il 58 per cento.
Più in particolare, l’aumento del debito pubblico è quasi tutto delle
economie avanzate. Il rapporto del debito pubblico di queste economie (le
economie Ocse) col pil è passato dal 70 per cento del 2007 al 124 per cento nel
2020. Quello privato invece è rimasto sostanzialmente stabile, passando nello stesso
arco di tempo dal 164 al 178 per cento del pil.
Il debito pubblico ammonta
ora a quasi il 40 per cento del debito globale totale.
La dinamica è
profondamente diversa tra paesi ricchi e paesi “meno avanzati”. Le economie
Ocse e la Cina contano per più del 90 per cento dell’aumento totale del debito nel
2020, 28 trilioni di dollari.
Nei paesi avanzati il debito pubblico è aumentato di 19 punti del
pil nel 2002 – un aumento in linea con quello degli anni della crisi globale finanziaria,
2008-2009. Il debito privato, aumentato nel 2020 di 14 punti del pil, è invece
il doppio di quello registrato nel 2008-2009.
Il debito pubblico americano è passato al 135 per cento del pil
nel 2020 - era di 10 trilioni nel 2008, è salito a 28 trilioni nel 2020. Quello cinese al 70 per cento.
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