Le pene di Dante per l’Italia – per pochi
La ricostruzione
del disegno politico e delle disillusioni di Dante – proscritto per un’accusa infamante,
baratteria, il traffico della pubblica influenza, per la quale bastava una
denuncia senza obbligo di prova: la giustizia moderna è nata così in Italia. Dello
scontro tra i Guelfi Bianchi, il suo partito, e i Guelfi Neri di Corso Donati, avventuriero
fino al tradimento. Del papa Bonifacio VIII che si rifiuta di riceverlo in
missione di pace. Dell’umiliazione del papa (lo schiaffo di Anagni”) da parte
dei francesi di Filippo il Bello da lui sempre favoriti. Della speranza e le
delusioni dell’imperatore Enrico VII. Una ricostruzione possente, dai temi e
toni ben tagliati, nonché filologicamente corretti.
La ricostruzione, sintetica
ma precisa, e ben spiegata, è affidata a tre studiosi di storia del
Medio Evo in università straniere, due dei quali giovani professori italiani all’estero - tra essi Elisa Brilli dell’università di Toronto. Per caso? Perché altrove si
sa parlare giusto per dire le cose?
Il primo di una serie
di tre docufilm, promettente. Una serie ideata da Ric Burns, specialista dei
documentari storici, scritta con Riccardo Bruscagli (“Dante contemporaneo”),
che ha già per Zanichelli scuola un “Commedia multimediale”. Ma visto da poche persone,
pochissime – forse per una promozione inadeguata?
Jesus Garcés
Lambert, Dante, il sogno di un’Italia libera, Rai 2
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