Ombre cinesi
Il modem Wind fibra, 260 euro, di
fabbricazione cinese, lavora sei giorni sì e uno no – in genere sabato. Il telefono
da tavolo Brondi, 60 euro, made in China, il quarto o quinto sostituito in due
anni di garanzia, alcune volte legge le chiamate, altre no, e alcune chiamate
non le registra. Il nuovissimo decoder Sky, anch’esso made in China, solo 29
euro, ha quattro o cinque modalità di apertura – basta memorizzare, e poi con
pazienza, senza fretta, passare dall’una all’altra. Le cuffie senza fili made
in China, regalo questo di Prink, si rompono appena si aprono, la plastica è
debole. L’Inter della famiglia Zhang invece funziona – ma non sarà merito di
Marotta?
Il console cinese a Milano, Kun
Liu, ha pagato una pubblicità sul “Corriere della sera” per spiegare “che tipo
di democrazia è quella che è stata definita democrazia popolare durante il recente
sesto Plenum del partito Comunista Cinese”. Che ha deciso che il presidente Xi
ha sempre ragione. Dopo che ha messo la museruola ai gruppi social, la forma
più diffusa dell’informazione, Alibaba, Tencent, TikTok – Google e Facebook si
sono da tempo censurate da sé.
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