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Un popolo di complottisti
Per
il 5,9 per cento degli italiani il covid non c’è. E forse sono gli stessi, il
5,8 per cento, che credono la terra piatta. Sembrano pochi ma sono tre milioni
e mezzo di persone – se il campione della ricerca Censis è giusto, se esprime la
massa della popolazione (il Censis, che si è basato a lungo sulle intuizioni del sociologo De Rita, non dà la metodologia delle sue ricerche). Per un numero doppio, sette milioni, il vaccino
anti-covid è inutile. E per pochi meno, sei milioni, l’uomo non è mai sbarcato
sulla Luna. Il complotto ha radici nell’ignoranza, poiché non stiano parlando
di interessi personali o politici?
Un
numero ancora più elevato, il venti per cento, dodici milioni di italiani,
crede che il 5G, la nuova tecnologia telefonica mobile, è un trucco per
controllare le persone. Questo è più vero, e gli italiani, col la più alta
densità di cellulari e di uso dei cellulari al mondo, sono i meglio piazzati
per dirlo. Ma controllati solo da ora, col 5 G? È da tempo che google sa in
quali posti entro ed esco, cosa compro,
quanto ho pagato, e forse anche cosa mi dico con le persone.
Un
numero spropositato, sempre che il campione Censis sia attendibile, due
italiani su tre, crede l’Italia governata da pochi burocrati, affaristi e
politici. D’accordo tra di loro?
La
stessa percentuale crede che il mondo sia governato dalle multinazionali – non
più in concorrenza tra di loro?. E un po’ meno, tre italiani su cinque, lo
ritengono governato da una cricca.
Può
darsi che l’idea del complotto, italiano e universale, si sia diffusa in Italia
con il covid. Se fosse invece un dato storico, spiegherebbe l’inattendibilità
della politica in Italia – il voto a caso, alla meno peggio, rituale, o
l’astensione.
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