Volemose bene in tangenziale
Milani il regista e
Albanese il protagonista hanno difficoltà a presentare questo bis, al “Cinemaniaco”
di Gianni Canova su Sky: il seguito è meno sorprendente, la sorpresa è stata lo
sbarco di Roma Nord a Roma Nord-Ovest, non lontane ma molto divise. L’incontro
fra due realtà così diverse, nella stessa città. È difficile, non c’è precedente,
bissare un film di culto.
L’incontro fra il
buon borghese Albanese e la borgatara Cortellessi ha già un binario fisso, di
cui c’è solo da sgranare alcuni episodi, peraltro prevedibili – la strana coppia
andrà o no a letto? Scontate anche le imprevedibili gemelle ladrone, che
parlano all’unisono. La scena è rubata, nelle pause, dalle caratterizzazioni,
di Sonia Bergamasco (l’ex moglie), Claudio Amendola (l’ex marito), Luca
Argentero (il prete).
Inevitabilmente
stinto l’uomo buono Albanese. Cortellessi rimedia col look plebeo, oltraggiosamente
scomodo, e la parlata. Si ride poco. Coccia
di Morto, la spiaggia della vera Roma di borgata, non pasoliniana, ritorna scontata.
È un gradevole film natalizio, di buoni sentimenti e lieti fini. Del dialogo
possibile tra ceti diversi, come dice Milani a Canova. La pandemia vuole forse
unanimismo. Molte parole sono a prestito da papa Francesco.
Pesa forse pure la cronaca. Le
gemelle cleptomani sorprese a taccheggiare al centro commerciale. O Coccia di Morto vittima di Legambiente. Nel
2016, l’anno prima del film di culto, ne faceva la spiaggetta più sporca d’Italia,
sotto una quantità enorme di cotton fioc, l’83 per cento di quelli ritrovati nella
penisola. Se non che la stessa Legambiente la celebra anche nella Riserva Naturale
Litorale Romano, “grande oltre 16 mila ettari, la più grande area protetta affacciata
sul Mediterraneo”.
Riccardo Milani, Come un gatto
in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, Sky Cinema
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