Draghi non è stupido
C’è forse
un motivo per cui la politica non sa fare a meno di Draghi, eleggendolo al
Quirinale (unica soluzione unanime), e sta cercando di tenerselo meglio a capo
del governo: perché non può farne a meno, la politica avendo trovato infine in
questo governo un ancoraggio. Niente di eccezionale, nessun potere straordinario,
solo le cose che a mano a mano si sono presentate da fare. Ma fattuale. Capace di
dare indicazioni, e perfino di decidere - benché costituito da partiti in contrasto
tra di loro. Senza superlativi, né di unità nazionale, né di salute pubblica.
Un governo come i tanti, con ministri anche di poca o nessuna esperienza, che però
governa.
A un
certo punto delle conversazioni con Domenico Porzio, nelle sue ultime settimane
di vita (ora in “Fuoco all’anima”), Leonardo Sciascia dice brusco, come soleva
parlare: “I governi italiani, da De Gasperi in poi, sono stati dei governi stupidi”.
Alla richiesta di spiegarsi aggiunge: “Stupidi in quanto privi della capacità
di semplificare i problemi e quindi di affrontarli dal verso giusto. Perché lo
stupido è complicato, è più complicato dell’intelligente”. Si dice bizantino,
con eufemismo che non dice niente, per non dire stupido. Tanto più che il tempo
passa e le cose comunque accadono.
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