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Il razzismo si sottovaluta ma costa
Per
l’anniversario dell’assassinio di Martin Luther King, il Fondo Monetario
Internazionale pubblica una ricerca sulla rilevanza del fattore razziale nella
pubblicistica economica. È zero, o prossima allo zero.
Analizzando
i dati tematici di ogni articolo dei dieci più importanti periodici economici
negli ultimi dieci anni solo lo 0,2 per cento dei 7.920 articoli esaminati si
occupa di razza, razzismo, interdetti o ineguaglianze razziali. La maggior
parte della saggistica esaminata copre naturalmente i problemi monetari, il 7,4
per cento, con le tematiche di Borsa (4,3 per cento), e di assetti aziendali
(3,8). Ma il fatto razziale resta molto indietro anche in raffronto agli altri
temi di inclusione: la distribuzione del reddito (2 per cento), la povertà
(1,4), il genere (0,8 per cento).
Una serie
di riferimenti a studi recenti viene fornita per spiegare che il fattore razza,
in quanto escludente o penalizzante, all’ingresso, in carriera, negli sbocchi e
al consumo, incide sulla produttività, sui consumi, sul benessere collettivo.
Martin
Čihák-Montfort Mlachila-Ratna Sahay, Race in Economics, International
Monetary Fund, free online
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