lunedì 10 gennaio 2022

La dittatura della comunicazione

Si risistemano gli scritti d’occasione di Eco, da lui già raccolti sotto vari titoli (“La bustina di Minerva”, “Il costume di casa”, “Sette anni di desiderio”, etc.), per tema. A cura di Anna Maria Lorusso.
Il primo testo, del 1967, si impone per l’attualità. Eco richiama “i critici più severi della cultura di massa”, tema allora in grande spolvero, “che avevano affermato: «I mezzi di massa non trasportano ideologie: sono essi stessi una ideologia»”. Affermazione che Eco ricorda di avere detto in un suo libro “apocalittica”. Poiché “sottintende questo altro argomento: non importa cosa direte attraverso i canali di comunicazione di massa; nel momento in cui il ricettore è attorniato da una serie di comunicazioni che gli arrivano da vari canali, contemporaneamente, in una data forma, la natura di queste informazioni ha pochissimo rilievo”. Non si saprebbe descrivere con maggiore precisione il quadro attuale, dei social. Eco non condivideva Marshall McLuhan, “il messaggio è il mezzo di comunicazione” – “apocalittico”. Oggi - ma già ieri - realtà.
Curiosa, nello stesso scritto, un’altra anticipazione. A proposito delle teorie cospirative che già negli anni 1960 attanagliavano l’America. Con una serie di film, di grandi registi con grandi interpreti, di successo, su tentativi di colpi di Stato. “In tutti e tre i film”, nota Eco, “i militari non cercavano di controllare il paese attraverso la violenza armata, ma attraverso il controllo di telegrafo, telefono, radio e televisione”. Non attraverso i giornali, si noti. Una dimenticanza? È possibile, perché oggi i giornali fanno una cosa e l’altra: fustigano la mentalità complottistica, dei no wax, dei trumpiani, degli evangelici, nel mentre che denunciano complotti dei no wax, dei trumpiani, e perché no delle chiese, in materia di elezioni, aborto, covid e vaccini.
Ora bastano gli organi d’informazione, non c’è bisogno dei generali. Nella forma surrettizia della censura - a opera cioè degli stessi “organi d’informazione”, come dire la censura perfetta. Oggi i film sono sullo strapotere dei media, “Il quinto potere”, “Tutti gli uomini del re”, e numerosi altri, ma soprattutto “The Post” di Spielberg, che rivede l’epopea di “Tutti gli uomini del presidente”, 1976 - in effetti un po’ ridicolo a rivedere, benché recitato da grandi attori: un po’ vecchia vita dei santi.
Difficile anche togliersi di dosso il pondo dell’informazione in questi due anni ormai di pandemia: aggressiva, invadente, avventata, confusionaria. Eco, che scrisse sempre sui giornali, restò fino all’ultimo perplesso, fino al suo ultimo romanzo, “Numero zero” – il settimo, numero perfetto?
Umberto Eco, L’era della comunicazione, la Repubblica-l’Espresso, pp. 143 € 9,90

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