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Lasciarsi a Roma, borbottando
Un amore romantico, tra compagni di dieci anni
che più non si sopportano, anonimo su Whatsapp. Lui, romanziere in crisi,
redattore a tempo perso della posta del cuore di un sito, innamora lei, manager
multinazionale (spagnola a Roma, presto trasferita a Londra) di una società di
videogiochi, con la quale nella realtà convive stancamente. Come a dire: sarebbe facile passare sopra alle incomprensioni -ma non è così.
Il racconto di una
separazione, sempre fonte di angustia - il piatto rotto non torna mai come prima, ma questa semplice verità in amore pare non sia accettabile. Intrecciata con una separazione che avrebbe
ogni ragione di farsi, giocata non sulle disillusioni e i malintesi quanto sui
ruoli di genere, lei non essendo più la ragazza di un tempo, si è fatta sindaco
di Roma, figurarsi, e lui annichilito.
Un racconto garbato,
bene intrecciato, dell’amore possibile e impossibile. Troppo adagiato sulla
naturalezza intesa come difetto di dizione. È un omaggio a Roma, di cui offre lusinghiere immagini, ma è un racconto parlato, e quindi sperso nei
borbottii confusi che sostituiscono il dialogo, e nello spagnolesco della
protagonista (Marta Nieto) - per il resto perfetta nel ruolo. Meglio si salva
la storia della sindaca (Claudia Gerini) e consorte (Stefano Fresi), che sanno recitare
distinto, risultando perfino più realistici.
Edoardo
Leo, Lasciarsi un giorno a Roma, Sky Cinema
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