lunedì 31 gennaio 2022
Ombre - 599
Ordini
probabilmente no: i cronisti non sanno cosa succede e non gli interessa:
prendono le notizie già scritte dal capo della Polizia.
Delle
manganellate, che pare si siano avute anche a Milano, Napoli e Torino, i
giornali parlano solo oggi, dopo che ieri sera il segretario del Pd Letta, ha lamentato
“l’increscioso incidente”. E giusto per riferire di Letta, poche righe.
Letta
è intervenuto su insistenza dei genitori dei feriti, tutti dunque Pd, “governativi”.
Ma è al corrente delle circolari ultimative che il suo ministro Bianchi, calato
a Roma senza competenza specifica, se non di essere un prodiano, manda ai dirigenti
scolastici acculandoli a imprecise ma minacciose “responsabilità” a seguito di “occupazioni”?
Si vede che il Pd è giusto il suo nome, un partito molto democratico.
Ci
sono stati ministri di Berlusconi, anche di Fini, al posto del settantenne
Bianchi, e non hanno avuto obiezioni, l’autogestione non è un delitto.
Come
già con Telecom, e con Unicredit, c’è gazzarra tra gli azionisti attorno a
Generali. Incuranti della gestione, il grande gruppo assicurativo (ex) europeo
acculano alle quote azionarie, alle beghe tra soci. Il mercato si nutre di
queste faide. Bisognerebbe pensarci, quando si definisce il mercato l’assetto
più produttivo. Generali, come Telecom un tempo, come Unicredit, ha (dovrebbe
avere) una platea di stakeholder molto più ampia, e con più diritti,
degli azionisti – la proprietà non è tutto, e non è nemmeno il meglio.
“Di certo i soldi sul conto si svalutano
almeno di un 2 per cento l’anno, se l’inflazione torna al target Bce.
Proiettando la stima sui 1.800 miliardi giacenti sui conti, il danno emergente
è 36 miliardi annui. E non è tutto. Quei soldi, investiti anche solo all’1 per
cento, potrebbero creare un effetto ricchezza da 18 miliardi l’anno. In tutto
parliamo di circa 54 miliardi l’anno di ricchezza in fumo”, Alessandro
Foti. L’amministratore delegato di Fineco ha un conflitto d’interesse, lui
investe i soldi degli altri, ma quello che dice è chiaro: l’Italia è ancora,
impoverita, alla deriva, allo sbando, in trent’anni passata da quarta o quinta
potenza economica mondiale a nona o decima, dietro la Corea del Sud per pil pro
capite, il paese dello spreco.
È
giusto che i caraibici e i sauditi gareggino all’Olimpiade invernale, e quindi
si fanno gare truccate per qualificarli. Ma pagano per questo, almeno i
sauditi?
No, la
cosa è seria, è parte dei diritti - delle minoranze: il genere Onu, Tonga come
Usa. Ma perché perdere tempo con le qualificazioni: se tutti hanno diritto a
tutto, perché non gareggiare a porte aperte? Chi vuole, corre.
Feltrinelli
vende il “Caruso” di Alagna a 19,99 euro in libreria, e a 12,68 sul sito –
senza spese postali. Hanno deciso di chiudere le librerie?
Curioso,
Aspesi continua a pubblicare sul “Venerdì di Repubblica” lettere di sdegno
contro Berlusconi al Quirinale, “il vecchio satrapo”, eccetera, due settimane
dopo che Berlusconi se n’è tornato a casa, cioè in ospedale. I tempi di fattura
di un settimanale sono lunghi, ma non di tre giorni, non di quindici. Sono più
lunghi i rancori, femminili nel caso? O basta Berlusconi per mandarsi in
paradiso, anche se non ha più i denti? Certa sinistra si eccita ai roghi che
s’immagina.
Non
c’è solo l’Ucraina, anche la Scandinavia, dopo i Baltici, è minacciata. “Un attacco contro la Svezia non è da escludersi”,
dice il ministro svedese della Difesa, che ha anche un nome, Peter Huktqvist. Ci
sono stati dei droni a curiosare sopra una centrale nucleare, e la Marina svedese
si è messa in allarme. Si teme uno sbarco nemico, cioè russo, tre navi da
sbarco russe essendo entrate nel Baltico, che è peraltro un mare mezzo russo.
L’inverno
è rigido a Nord, ma scaldarlo con una guerra? Nucleare?
È
andata invece a lieto fine la vicenda del cavo sottomarino scomparso al largo
della Norvegia. È stato ritrovato a qualche km. di distanza, trascinato fuori
sede forse da un peschereccio. Che, questo non si dice, pratica la pesca a
strascico, proibitissima.
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