mercoledì 19 gennaio 2022

Positivi negativi al lavoro

“Contagi: si scopre solo il 15-30 per vento dei casi”. Gabanelli e Ravizza sul “Corriere della sera” “scoprono” che “potrebbero esserci fra otto e sedici milioni di italiani che si sono contagiati tra fine dicembre e la prima metà di gennaio”. Milione più milione meno, il contagio sembra universale, ognuno lo vede. In troppi pochi giorni per esere effettivamente un contagio, ma è certificato dai tamponi, anche se inattendibili – non lo sono per legge.
Le proiezioni di Gabanelli e Ravizza sembrano confermate dai certificati di malattia. Dagli assenti al lavoro. Specie nel pubblico impiego, arcipelago vasto, dove quasi tutte le funzioni non sono espletabili a distanza. Nel lavoro domestico. Nei servizi alla persona in genere.
Troppo e confuso abbaiare favorisce il disimpegno, l’allarmismo lo giustifica. È peraltro un fatto che il contagio sembra avere travolto anche il solido Draghi, dopo l’acchittato vagante avvocato Conte.
Le istituzioni non sono state in grado di organizzare una rilevazione efficiente del virus, in due anni? Sembra impossibile. La confusione però è evidente. E le due cose hanno un solo autore: la mano pubblica.

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