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A tutta Borsa
Due anni di semi-inattività, e quotazioni
azionarie in crescita a doppia cifra. Anche da ultimo, da quando, sono quasi
due trimestri, un ritorno dell’inflazione si sa che imporrà nuovamente
il caro denaro.
Crescono i titoli azionari anche in
presenza di investimenti fiacchi o addirittura in contrazione. Un paradosso che
l’“Economist” ha messo in rilievo, confrontando l’andamento degli investimenti
per paese nel 2021 con l’andamento dei corsi azionari. Negli Stati Uniti gli
investimenti sono cresciuti del 3,6 per cento, e i prezzi azionari, secondo una
media ponderata dei vari indici, del 24,4 per cento. In Francia dell’1,3 e del 17,4
per cento rispettivamente. In Svezia del 5,6 e addirittura del 50,4 per cento.
Più notevole il divario in Germania
e Giappone, dove la crescita delle Borse titoli si confronta con una riduzione
degli investimenti. Meno 3,8 per cento e più 17,4 in Giappone. Meno 1,9 e più
15,6 in Germania. In Polonia ancora peggio: meno 7,1 e più 25,4 per cento.
Solo in Italia la crescita è stata
in qualche misura parallela: più 6,9 per cento gli investimenti, più 18,5 piazza
Affari. Anche se la Borsa italiana è soggetta più delle altre, per la ristrettezza
del parterre, a forti oscillazioni – ieri, in una giornata di semi-panico delle
Borse mondiali, Bpm ha segnato il rialzo record di quasi il 10 per cento (9,80),
sulle sole voci di un interessamento di Unicredit.
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