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Cacciatori di taglie a Wall Street
Dieci anni fa, nel 2011, dopo la
crisi delle banche e lo scandalo Madoff, la Consob americana, la Securities and
Exchange Commission, ha lanciato un programma di “sostanziosi incentivi
monetari per i denunciatori”, anche nella forma di confidenti. Il programma ha
già dispensato 1,2 miliardi di dollari di premi – un esborso abbondantemente ripagato
con le multe inflitte. Tanto da coinvolgere anche gli “avvocati a percentuale”,
i contingency lawyers, solitamente impegnati contro le assicurazioni.
Il lungo reportage del
settimanale procede in forma narrativa seguendo uno di questi, il più
influente, Jordan Thomas. Un ex consulente della Sec per l’istituzione del programma
di premi ai whistlblowers” – figlio, spiega lui stesso per prevenire
ricatti, di un importante uomo politico democratico di San Francisco finito in
carcere per la sua abilità di fixer, di faccendiere.
“C’è solo abbondanza di malaffare
nelle pratiche societarie”, fa notare l’avvocato serafico. I denunciatori sono
dipendenti in genere, in qualche modo delusi, ma anche utenti, e perfino amici
e parenti, a conoscenza di trucchi segreti.
La Sec riceve molte sollecitazioni,
e per lo più non risponde. Ma quando apre una pratica, e il risultato è positivo,
il premio, non necessariamente commisurato al valore dell’illecito accertato
(alla multa), è più spesso di “decine di milioni”.
In pochi anni, poco più di un lustro,
Jordan Thomas è stato in grado di aprire uno studio legale proprio,
specializzato in “caccia alle taglie” finanziarie. Dove, dice, “prendiamo meno
di una dozzina di casi all’anno”. Che bastano per un fatturato multimilionario.
La raccolta delle informazioni, la loro validazione, e poi tutto il procedimento
di accredito alla Sec, e di assistenza nell’istruttoria, essendo complesso. I
premi sono “sostanziosi”, di milioni e di decine di milioni. Anche per sopperire,
spiega l’avvocato, allo stress
Patrick Radden Keefe, Jordan
Thomas’s Army of Whistleblowers, “The New Yorker”, free online
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