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Diario romano
Alla
stazione Trastevere tre posti macchina al parcheggio bianco, molto ben delineato,
le strisce rinnovate di recente, sono delimitate in basso da un’incerta
striscia gialli. Dai resti di una striscia gialla. Che l’automobilista, nel
vocabolario romano, ritiene vecchie riserve di posti non più in uso e
naturalmente non cancellate, quando il parcheggio è diventato bianco. Nessuna
segnaletica verticale peraltro dice che i posti siano riservati a chicchessia. L’incerto
giallo serve ai vigili urbani del gruppo Trastevere a far rimuovere le auto
lasciate in sosta.
L’operazione
si fa a turno: il carro rimozione può manovrare su un’automobile alla volta -
deve lasciar passare anche il tram e gli autobus Atac per la fermata davanti alla
stazione. Nella pausa fra una rimozione e l’altra i vigili si dileguano,
intenti alle loro attività. Tornano per la successiva rimozione, avvisati via
cellulare dal carro rimozione in arrivo. Il gruppo Trastevere è rinomato per la
sua operosità, oltre che incorruttibilità - anni fa promosse una crociata con l’enoteca
Bernabei che non voleva pagare, ma alla fine la questione si ricompose, l’enoteca
è sempre aperta.
La
rimozione auto fu di fatto abolita a Roma per quattro anni perché il comandante
dei vigili urbani contestava alla concessionaria i titoli per il servizio. Due
anni fa il servizio è stato riattivato. Con la Italsoccorso, nomen omen,
la stessa concessionaria con altro nome, più altri due soci - spartire è democratico. Con carri euro 6 e, in omaggio alla sindaca grillina,
con una app e una piattaforma web.
Il fatturato
in budget per le rimozioni è di 6 milioni l’anno - ce n’è per tutti, in un business
sicuro.
Per il
Campidoglio le previsioni di entrata sono di 3-6 milioni l’anno, in dipendenza
dall’infrazione contestata. Incerti, contro le multe sono previsti i ricorsi.
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