lunedì 21 febbraio 2022

Diario romano

Alla stazione Trastevere tre posti macchina al parcheggio bianco, molto ben delineato, le strisce rinnovate di recente, sono delimitate in basso da un’incerta striscia gialli. Dai resti di una striscia gialla. Che l’automobilista, nel vocabolario romano, ritiene vecchie riserve di posti non più in uso e naturalmente non cancellate, quando il parcheggio è diventato bianco. Nessuna segnaletica verticale peraltro dice che i posti siano riservati a chicchessia. L’incerto giallo serve ai vigili urbani del gruppo Trastevere a far rimuovere le auto lasciate in sosta.
L’operazione si fa a turno: il carro rimozione può manovrare su un’automobile alla volta - deve lasciar passare anche il tram e gli autobus Atac per la fermata davanti alla stazione. Nella pausa fra una rimozione e l’altra i vigili si dileguano, intenti alle loro attività. Tornano per la successiva rimozione, avvisati via cellulare dal carro rimozione in arrivo. Il gruppo Trastevere è rinomato per la sua operosità, oltre che incorruttibilità - anni fa promosse una crociata con l’enoteca Bernabei che non voleva pagare, ma alla fine la questione si ricompose, l’enoteca è sempre aperta.
La rimozione auto fu di fatto abolita a Roma per quattro anni perché il comandante dei vigili urbani contestava alla concessionaria i titoli per il servizio. Due anni fa il servizio è stato riattivato. Con la Italsoccorso, nomen omen, la stessa concessionaria con altro nome, più altri due soci - spartire è democratico. Con carri euro 6 e, in omaggio alla sindaca grillina, con una app e una piattaforma web.
Il fatturato in budget per le rimozioni è di 6 milioni l’anno - ce n’è per tutti, in un business sicuro.
Per il Campidoglio le previsioni di entrata sono di 3-6 milioni l’anno, in dipendenza dall’infrazione contestata. Incerti, contro le multe sono previsti i ricorsi.  
     

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