Eiffel o la torre d’amore
La torre Eiffel è la
A di Adrienne, la giovane di cui l’ingegner Eiffel è stato innamorato e
complice di svaghi in gioventù. Il film è, sullo sfondo della costruzione della
torre al centro di Parigi, una storia d’amore, felice per essere proibito. In
una Francia fuori dai clichés, in famiglia, negli affari, in provincia,
a Parigi.
Un racconto doppiamente
rinfrescante: una storia d’amore fatta di risate, avventure, parole, invece che
di posizioni a letto, in contesti finalmente non di maniera, in campagna e a
Parigi. Incatenati, certo, dalla costruzione della torre, filo conduttore di
molta suspense: un mostro di ferro da milioni di tonnellate, da tirare su per
300 metri di altezza, in soli diciotto mesi, risolvendo giorno per giorno, ora
per ora, problemi tecnici imprevisti – senza un solo incidente di lavoro. Un’idea
anche balzana come monumento, derivata dalla Statua della Libertà americana, di
cui Eiffel aveva disegnato e realizzato lo scheletro metallico – avversata da
artisti e letterati, e destinata, nei programmi, alla demolizione dopo
l’Esposizione Universale di Parigi nel 1889.
Semplice, ma è un gande racconto, di
cui il regista è anche sceneggiatore. Fare un film di ingegneria, ferrosa, si direbbe
difficile, e invece eccolo qua, interessante e stimolante. Con un tocco importante
di attualità: la sicurezza degli operai che ci lavorarono come impegno costante
dell’ingegner Eiffel, non impossibile.
Martin Bourboulon, Eiffel,
Sky Cinema
Nessun commento:
Posta un commento