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Il fallimento europeo
Bastava restare agli accordi di
Minsk, 2015, e la crisi in Ucraina si sarebbe risolta senza guerra? È possibile.
Con vantaggi per Kiev, e soddisfazione a Mosca. Con vantaggio, enorme, per l’Europa,
che avrebbe celebrato il suo primo successo di politica estera.
Stante il marcato disinteresse di Obama
per gli affari europei, gli accordi furono opera di un “quartetto” europeo: Angela
Merkel, il presidente francese Hollande, Putin e il primo ministro ucraino
Poroshenko. Biden c’era all’epoca, era vice di Obama. E ne condivideva il benign
neglect verso le diatribe europee.
Gli accordi, non applicati per non si sa quale motivo, sono ora il
più grave scacco dell’Europa. Anche perché sarà l’Europa a pagare, dopo l’Ucraina,
la guerra di Putin. Almeno in termini economici: con le sanzioni (mancati affari),
col rincaro del petrolio e del gas, olio all’inflazione, e con qualche problema
di approvvigionamento, anche se siamo quasi fuori dall’inverno. per farsene un'idea, basta pensare al
danno delle due maggiori banche italiane, Intesa e Unicredit, molto presenti e
attive in Russia.
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