mercoledì 2 febbraio 2022

La violenza della legge

Si ripropone la scelta di riflessioni, pubblicata cinque anni fa, di Simone Weil sulla “natura” violenta del potere, come esercizio comunque della forza: “L’Iliade, o il poema della forza”, “L’ispirazione occitana”, “Non ricominciamo la guerra di Troia. Assortita di una presentazione di Mauro Bonazzi, l’antichista autore della “Piccola filosofia per tempi agitati”. Sulla violenza non del potere dittatoriale, che la pratica dichiaratamente, e per definizione, ma della legge – della democrazia costituzionale, del giusto, del bene, della verità. Che anch’essa conclude alla violenza.
Una riedizione che interviene nello scontro sulle decisioni governative in materia di covid 19, di pandemia. In chiave di contestazione dei dpcm, decreti dell’esecutivo non discussi né approvati in Parlamento, con obblighi forzosi di notevole rilevanza. Pur senza dichiarare lo stato d’emergenza. Come a dire l’emergenza continua – la stasis della filosofia accademica - cara a Agamben, uno dei contestatori radicali dei dpcm: una sorta di stato d’assedio permanente.
Mauro Bonazzi dice le ragioni della riproposta nell’introduzione: “Non viviamo tempi facili. Ma forse non sono mai facili i tempi in cui gli uomini vivono”. In rapporto ai bisogni, variati e variabili. Agli eventi – la realtà - con cui confrontarsi permanentemente. E il rapporto con gli altri - il “confronto con chi la pensa diversamente”.
“Non ricominciamo la guerra di Troia” è un breve scritto alla vigilia della guerra nel 1939 - l’anno dopo “L’Iliade o il poema della forza”. “L’ispirazione occitana” richiama il messaggio di Cristo: riconoscere la forza, e rifiutarla - “Riconoscerla come unica sovrana di questo mondo e rifiutarla con disgusto e disprezzo”. Simone Weil è qui già alla fase ultima, del misticismo disincarnato.
Ne “L’Iliade”, il poema di fondazione dell’Occidente, argomenta l’inconclusività della violenza, che pure si impone - “La forza trasforma chiunque da essa venga toccato”: non è una soluzione, se non distruttiva. Omero vi rappresenta non atti di eroismo, né l’imperscrutabilità del divino, ma la Forza, che rovina chi ne usa e annienta chi la subisce. Senza magnanimità. Senza perdono. Per la forza del diritto.
Simone Weil, Il libro del potere, Chiarelettere, pp. 128 € 10.

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