Le diavolerie della magia al Sud
Si leggono queste “ricerche” etno-folkloriche
come racconti di fiaba. Ma sono solo del 1969. Annabella Rossi aveva praticato
l’intervista dieci anni prima, lavorando per Ernesto De Martino a “Sud e magia”,
e qui ne fa la tela di per una serie di racconti.
Il Salento, da tempo terra di gran
turismo internazionale, acchittata e prospera, era ancora campo d’elezione dei
folkloristi. Facevano tesoro di vecchie pratiche religiose che ancora si celebravano,
in onore di San Donato, di san Paolo, e di varie Madonne. Quello per le malattie
dei nervi, questo per la taranta o tarantola, la Madonna per liberare dalle
catene, far fare figli e altro.
Pratiche devozionali. Residue. Ma
non per gli studiosi, che ancora acculavano il Sud alle pratiche magiche. Annabella
Rossi, che aveva lavorato alle interviste dieci anni prima per la ricerca
seminale di Ernesto De Martino, “Sud e magia”, sul tarantismo e le tarantolate,
apre la ricerca dieci anni dopo a tutte
le forme di devozione miracolistica nello stesso Salento. La stessa ricercatrice
l’anno dopo sarà in grado di produrre un secondo volume sul tarantismo nel Salento, “Lettere da una tarantata”, con una “nota linguistica” di Tullio De
Mauro – sulla “tarantata” in grado di scrivere. E a fine decennio 1970, con Moro
rapito e tutto il resto, curava per la radio Rai una trasmissione “Sud e magia”.
Annabella Rossi, Le feste dei
poveri
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