domenica 13 febbraio 2022

Letture - 481

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Cicala – “La cicala dev’essere senz’altro greca”, è una delle fulminee verità di Meneghello partigiano sopra Asiago, dove, addormentato tra le stoppie, si sente svegliato da un suomo che si dice essere di una cicala. E vuole controllare, aprendo gli occhi. Se non che gli viene “in mente una cosa curiosa: che non ha mai visto una cicala. Anche se è facile – “basta montare su un albero dove ce n’è qualcuna che grida, perché si sa che non volano via, solo smettono di gridare, e stanno ferme”.

Perché greca? “È impossibile che i greci non abbiano sentito quanto è misteriosa. E per i misteri avevano un orecchio incredibile”. Ma: “Come si dirà in greco cicala?”

Conan Doyle - Ha scritto un articolo sulla maratona disperata di Dorando Pietri (24 luglio 1908), pubblicato sul “Daily Mail” lo stesso giorno. 

Conrad – Un assimilato prudente in vita, o un po’ venduto, che ritirò la firma contro la condanna a morte di sir Roger Casement - quando i servizi segreti britannici compilarono le turpitudini dei “Black Diaries”, di cui ancora si vergognano, a carico del patriota irlandese.

Croce del Sud – I genitori di Gianluigi Aponte, si legge del padrone e presidente di Msc, la prima flotta porta-container al mondo, e la terza di navi da crociera, prima della guerra “decisero di trasferirsi in Somalia, e gestire un hotel chiamato Croce del Sud”. L’hotel Croce del Sud esisteva ancora nel 1974, anche se impropriamente chiamato hotel – ma era l’unico a Mogadiscio in una certa stagione, il nuovissimo albergo costruito con i fondi della cooperazione essendo più o meno sempre requisito dal governo per delegazioni della lussuosa compiaciuta nuovissima burocrazia africana. Non aveva aria condizionata, e l’acqua dei rubinetti era di mare – che non lava il sapone, non lava. Aveva però un pianto intermedio aperto, il piano dell’aria. E funzionava, lì si stava al fresco.

Germania – È “la foresta che cammina” – è il fulminante ritratto che Canetti ne fa in “Massa e potere”, avendoci lavorato negli anni 1920-1930. “Il simbolo di massa dei tedeschi era l’esercito”, dice scrivendone nel 1960: “Ma l’esercito era più di un esercito: era la foresta che cammina. In nessuna parte del mondo il senso della foresta è rimasto vivo come in Germania. La rigidità e il parallelismo degli alberi ritti, la loro densità e il loro numero riempiono i tedeschi di gioia profonda e segreta”. 

Celebrando “Arancia meccanica”, il romanzo della violenza giovanile di Anthony Burgess, per i sessant’anni dall’uscita, Martin Amis ci mette di mezzo la Germania. Per la “non inverosimile idea” di Burgess che “Beethoven e Birkenau non si limitassero a coesistere” . Un’assurdità. Ma da “partito” filotedesco, sempre molto forte in Inghilterra – proprio in Inghilterra, non in Scozia o in Irlanda. L’effetto espressionista (eccessivo, provocatorio) ricercato da Burgess Amis infatti lo aggancia alla notazione che a Londra in quegli anni “le riviste letterarie erano angustiate”, tra le scosse di assestamento postbelliche, “soprattutto dalla coesistenza apparentemente sconvolgente, nel Terzo Reich, di barbarie industrializzata e Cultura Alta”. Cultura Alta nel Terzo   Reich? Sì, Heidegegr e Carl Schmitt continuano a pubblicare, ma ai margini, e un po’ collusi – Jünger si limitò in dodici anni a un “Giardini e strade”, dopo la passeggiata fino a Parigi, consolandosi con Boezio.

Giallo - “Sanctuary”, l’intrusione della tragedia greca nel romanzo poliziesco”. A. Malraux.

“Attitudine a scardinare l’impianto classico del genere giallo: si parte dalla chiarezza per approdare al mistero”. Moravia, recensione a  Sciascia, “Ciascuno il suo”. 

L’induzione Bacone, in “Cogitata et visa”, XIV. (p.80), riporta a Platone. E in “Uomo e natura”, pp.234-5 (lo stesso testo differentemente tradotto), più p.100: “Platone è il Maestro dell’induzione. Ma ha condotto solo indagini vaghe, ricavandone forme astratte”.

Il padre dell’induzione è Bacone.

Italia – È poco una nazione perché ha grandi storie particolari dietro. Analizzando le varie popolazioni europee al capitolo “Simboli di massa delle nazioni” (“Massa e potere”), Canetti conclude che “l’Italia può essere un esempio di quanto sia difficile per una nazione concepire se stessa quando le sue città sono popolate da grandi ricordi e il suo presente è volutamente confuso con tali ricordi”. C’è il mito fondante dell’antica Roma, e c’è la seconda Roma, riflette Canetti, “la Roma di san Pietro”, che però “paralizzano il sentimento nazionale dell’Italia moderna”.   

Italiano – Si producono dischi d’opera, per esempio l’album “Caruso” di Roberto Alagna, col lungo testo introduttivo, dello stesso tenore, in inglese, francese e tedesco. Resta l’italiano dei libretti e delle romanze che Alagna celebra, anche di Haendel, Hasse, eccetera, o Beethoven, in italiano.

Libro – Un “oggetto fisico tra gli altri”, J.L.Borges, “prologo” di “Elogio dell’ombra”. Non consolante: “I miei libri (che non sanno che esisto)” sono dello stesso Borges, ironico e sconsolato, in avvio di “I miei libri” (in “La rosa profonda”). 

Pseudonimo – Un falso nome non protegge e non avvantaggia, non necessariamente, ma consente di parlare di sé in terza persona, piacere grande. Meglio ancora un nome collettivo.

Selfie - Voltaire, che scrisse un brevissimo, per le sue abitudini, “Memorie” – in realtà un ritratto fuori ordinanza di Federico di Prussia – si vergognava “al ridicolo di scrivere di me stesso”.

Ucraina – Sono ucraini gli “occupanti” del Veneto dopo l’8 settembre 1943, nel racconto che ne fa Meneghello, “I piccoli maestri”. I rastrellatori di partigiani, che se presi venivano impiccati a un uncino, per la gola. 
È la sola testimonianza, in pratica, della presenza ucraina nei diciotto mesi della repubblica di Salò, le storie non ne fanno cenno – in Meneghello il riferimento è costante, non c’è tedesco senza ucraino.

letterautore@antiit.eu

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