giovedì 17 febbraio 2022

Se la sinistra è di destra

Si celebra Mani Pulite, che ha aperto un’autostrada al populismo di destra, tuttora dilagante nel Paese, avendo terremotato la cosiddetta prima Repubblica, cioè i partiti storici, con radici nell’opinione e nel paese, prevalentemente di sinistra, come se fosse una rivoluzione, e cioè di sinistra. E la cosa sarebbe buffa, se non fosse allarmante: che sinistra è questa, che celebra Mani Pulite?
La sinistra in Italia non solo non fa mai autocoscienza, ma continua a ritenersi con piena coscienza la parte buona del paese, lo schieramento di chi è onesto, bravo, buono, paga le tasse e aiuta i poveri. Che potrebbe andare bene come petizione, anche se con correzioni – la sinistra è impegnata sul sociale, la destra bada ai suoi interessi, e questo non è simpatico ma non porta dritto all’inferno. La petizione però si scontra con la realtà. Sono di sinistra i giornali di sinistra? tutti di padroni, bene assestati sui loro interessi, e molto manovrieri, se non calunniosi. È (era) di sinistra il ministro (Visco) che aumenta(va) le tasse dei poveri, dieci euro qua, quindici là, facendosi inviare fax – dai luoghi di lavoro – che inneggia(va)no agli aumenti, e studi che proclama(va)no felici i pagatori di tasse? È di sinistra il gossip? pettegolezzo calunnioso che in Italia si esercita non sulle questioni di letto e di corna, che non hanno mai fatto male a nessuno, ma sulla e contro la politica. Che cosa resta a sinistra se non la politica, quali altre armi ha?
È di sinistra la questione morale? La questione morale è la questione morale. Storicamente, come viene applicata. Col dimezzamento del valore dei salari per l’inflazione negli anni del compromesso storico - con Andreotti al comando…. Con la successiva appropriazione a prezzo vile dell’immenso patrimonio dello Stato – una seconda manomorta – in ossequio alle appena scoperte “leggi di mercato” (leggi di mercato?). Una giustizia penale discriminatoria – dichiaratamente, orgogliosamente. E la politica cancellata a favore di un’opinione pubblica padronale. Che questa questione morale ha presentato e presenta come rivoluzionaria.
Che ciò sia stato possibile – che una questione morale così velenosa sia stata possibile - è la tragica eredità di Berlinguer, leader mediocre, e forse luciferino, che il Partito portò alla sconfitta ed è invece la massima icona del popolo degli onesti-belli-e-buoni. La questione morale è di destra. È un regolamento di conti – una guerra per bande nel gergo di mafia. E come tutto viene dall’America, l’“etica negli affari”, il grande imbroglio degli ultimi quaranta anni, del reaganismo, del thatcherismo.
C’è anche la solita questione morale italiana, quella del deputato repubblicano Nasi, il quale, insegnava Spadolini, fu condannato a undici mesi per appropriazione di una sedia, da coloro che dieci anni prima avevano impunemente saccheggiato la Banca Romana, allora la più grande. Storia che si può raccontare anche in questi termini – la storia in Italia non è mai esplicita: Nunzio Nasi era un duro, era stato ministro di Pelloux, ma quando si apprestava a diventare capo della massoneria fu condannato per la sedia.
In termini attuali, come arma politica, la questione morale è sempre quella messa in opera dai Democratici Usa per rimuovere con ignominia Nixon, che i belli-e-buoni del grande capitale non sopportavano più. I Democratici di John e Robert Kennedy, che avevano infangato gli Usa nel Vietnam, e più volte avevano tentato di uccidere Castro, anche di persona. E ora non sanno come affogare Trump – ci provano col colpo di Stato, dopo averci provato con le attricette e con le tasse.
Non c’è in America l’autonomia del politico (bel tema, per un nuovo Max Weber), non ci può essere. Con l’effetto, dopo un lungo esercizio di questione morale, e codici etici garibaldinamente adottati in ogni impresa, di una serie di truffe impensabili se non fossero accadute: prima quelle di Enron, Cisco&co., poi di Madoff, delle dot.com, dei mutui sub-prime, ora della follia bitcoin-Nft (non-fungible-token), e delle superquotazioni di Tesla e dei cinque dell’apocalisse digitale, Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft.
In Italia la cosa è di minori dimensioni - esclusa Parmalat, che resterà nell’empireo della malversazione. Ma è saldamente ancorata come un tumore nella sinistra politica, di cui sono stati o sono eroi i maggiori speculatori, con Parmalat, Cirio, Tiscali, CdbWebTech: Tanzi, il misirizzi Cragnotti, l’uomo che sempre ha dato fiducia alle banche, De Benedetti nelle sue tantissime incarnazioni (CdbWebTech è stata l’ultima di una serie: Fiat, Ambrosiano, Buitoni-Sme, Société Générale de Belgique, Olivetti per due-tre volte, Omnitel-Mannesmann), Soru. C’è chi, dopo venti anni, ancora non s’è ripreso da Tiscali a cento euro.
La sinistra può trarne beneficio qui e là, questo o quello spezzone della sinistra, ma non la verità, e quindi la sinistra nel suo complesso, come opinione e come movimento. I magistrati di sinistra in particolare ne traggono beneficio per la carriera e la notorietà, ospiti in tv, dalle dame e ai convegni, celebrati, perfino osannati, nuovi divi. Dai grandi giornali dei grandi padroni.

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