domenica 27 febbraio 2022

Secondi pensieri - 475

zeulig

Giustizia – Comincia dal “Libro di Giobbe”, il giusto oppresso dall’ingiustizia – c’è migliore giudice di Dio?

Linguaggio – Borges lo vuole “rigido – “l’universo è fluido e mutevole; il linguaggio, rigido”, “Epilogo”, a “Storia della notte”. Dopo avere appena detto che “un volume di versi altro non è che una successione di esercizi di magia”.

Matricidio – “Il parricidio”, nota Umberto Saba in una delle “Scorciatoie”, “è nella natura dell’uomo, una delle condizioni del suo progresso. Il matricidio è un’altra cosa. E lo seguono le furie di Oreste”, imperdonabile cioè. Il poeta soffriva personalmente il trauma dell’abbandono materno alla nascita - non riconosciuto dal padre, fu lasciato dalla madre per i primi anni a una balia (da lei, Peppa Sabaz, prenderà il nome da poeta): il tema del matricidio lo ossessionerà lungamente, attraverso psicoterapie prolungate. Ma è vero, il matricidio, o l’infanticidio a opera della madre, che obbligatoriamente (mater semper certa) è più diffuso del parricidio, è tema quasi desueto – se non nella tragedia, classica.   
 
Natura
– Ritorna periodicamente sotto vesti ireniche, e salvifiche. Di più, morali, e di pedagogia etica – Woodsworth, Thoreau. Implicite – non a Darwin – nella “selezione naturale”, come motore di ricerca e sviluppo. Saggia, perfino umana.
La bontà della natura è un mito seducente, ma una forma di consolazione. Che fa torto alla natura. La quale è ben altrimenti aggressiva, trasgressiva, attiva, perfino agitata. Creativa per essere convulsionaria  
 
Opinione Pubblica 
- L’opinione pubblica è das Ding, la Cosa, o das Man, l’impersonale “si”, per Heidegger, “Essere e tempo”, §§ 26 e27, che ha la funzione di celare la realtà e d’impedire il manifestarsi del pensiero.
Stendhal denunciava, poco meno di due secoli fa, “l’oscurità e l’enfasi” dei “giornali dell’industrialismo”. Nulla è cambiato.
 
Psicoanalisi
– Lascia fuori la maggior parte dei focolai di traumi infantili, e delle forme di rimozione, tropo adagiata sui casi studiati da Freud, che non può avere analizzato tutti i traumi, ancorché ricorrenti – troppo ancorata alle ricerche (al tipo di ricerche) che Freud personalmente ha sviluppo, ai temi e ai campi di indagine da lui individuati. Il conflitto madre-figlia, il tema più diffuso e pertinente della psicoterapia – nonché della narrazione al femminile (non senza qualche approccio maschile) - ne è fuori.
La scrittrice americana Lucia Berlin nel racconto “Stelle e santi” ne individua un altro, oggi al fronte nel dibattito pedagogico e sociologico: il bullismo, tra bambini, alla scuola materna, e ragazzi, fino anche ai vent’anni, maschile e femminile: “Gli psichiatri si concentrano interamente troppo sulla scena primaria e la deprivazione pre-edipica e ignorano i traumi dei bambini della scuola elementare e diverse, che sono crudeli e spietati”.
 
Wannsee – Non si trova, quest’anno come a ogni ricorebnza (ma ormai non si trova più, gli archivi del Terzo Reich sono pure bruciati), il verbale dello sterminio degli ebrei, della “Soluzione finale”. O della questione se Hitler sapesse, che non era presente alla riunione (John Irving è storico per aver posto il quesito – come se in Germania qualcosa si decidesse all’insaputa di Hitler). Questo alimenta la pubblicistica: fu vero sterminio? Perché, cos’altro fu?
Non c’è il verbale, si può dire, anche perché la filosofia tedesca è terminale: fine della metafisica, Kant, fine della storia, Hegel, fine della filosofia, Nietzsche, fine del linguaggio, Heidegger. Il sottile Heidegger, che al Wannsee certo non c’era, nemmeno lui, s’intestardì in arzigogoli sulla razza e il popolo.
 
L’Olocausto, malgrado la filosofia, fu freddo. E non è irripetibile, anzi si riproduce. L’Olocausto fu l’annientamento deliberato degli ebrei. Con lo sterminio e la schiavitù. In questo aspetto era esteso ai paesi ostili, la Russia, l’Italia dopo l’8 settembre. Si è riprodotto nei gulag e i laogai, i campi di lavoro comunisti che hanno sfruttato milioni di persone, molti comunisti, fino alla morte. Mentre lo schiavismo etnico si riproduce nelle politiche europee dell’immigrazione, che sono non politiche, per tenere gli immigrati fuori della protezione legale. I forni crematori saranno stati un’alternativa tecnica all’impossibile sepoltura e alla cremazione individuale - anche se erano “industria insalubre di prima classe” già per la legge di Mussolini, nel 1934. Ma l’Olocausto è sterminio nelle camere a gas, per gli inetti al lavoro, e negli Einsatzkommandos. Una soluzione impossibile nel quadro d’una soluzione possibile – immaginabile, ripetuta, costante.
 
Il genocidio è rivoluzionario, si sa anche se non si dice: un genocidio vero e proprio, con leggi, bolli e sigilli, fu deciso dalla Rivoluzione contro i vandeani, “razza maledetta”, agli atti nella storia che non si legge, a parte Manzoni e Babeuf. La colpa, insomma, è come dire che è della cucina, Nietzsche che l’ha detto avrebbe ragione ancora una volta - Nietzsche lo stabilisce in Ecce Homo, della “minestra prima del pranzo”, barbarie che a Venezia già nel Cinquecento si diceva “alla tedesca”, della “carne bollita all’eccesso”, delle “verdure cucinate grasse e farinose”, dei “dolci degenerati in fermacarte”, e del bisogno smodato di bere dopo il pasto, Fritz lo dice al capitolo “Quanto sono dritto”, paragrafo 1.  Se non che c’è lo sterminio organizzato, dei mediocri Eichmann, Stangl, Höss, e c’è la volenterosa persecuzione dei semplici. Non solo tedesca, va aggiunto, anche austriaca, anche francese e slava, di uomini e donne che non si davano pace finché le SS non li liberavano del vicino ebreo.

zeulig@antiit.eu

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