Dove si conferma che
un film è del regista. Le prime due serie di “L’amica geniale”, regista
Costanzo, erano “geniali” come storia di un’amicizia “rionale”, incondizionata
e coraggiosa, di animalesca intelligenza e intraprendenza, di due bambine, poi
ragazze. Una riflessiva, la narratrice, una aggressiva e risolutiva, l’amica
geniale. In un’ambiente povero e cupo, sprazzi di luce, perfino di sorriso. La
terza che finalmente si conclude, di Luchetti, è un fogliettone – un
fotoromanzo. Anche nelle pose, gli sguardi, le battute.
A meno che l’effetto
fotoromanzo non sia a questo punto della vita delle due amiche nel racconto
originale, di “Elena Ferrante”. Sarà, ma mai quanto il tema, le immagini e le
didascalie del film.
Daniele Luchetti, L’amica geniale 3, Rai 1
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