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Aridatece le tre vecchie "i"
Dalle “Confessioni” di sant’Agostino: “Attraverserò i sensi, e il corpo, ed eccomi, sono nelle
praterie, sono nei palazzi immensi della memoria. È qui che sta il tesoro delle
infinite immagini lì trasportate dalle percezioni dei sensi. È qui che sta
anche tutto quello che noi pensiamo, quello che le è stato affidato, che è lì,
in deposito, e che l’oblio non ha ancora assorbito e sepolto”.
Il “palazzo della memoria”, che più spesso ricorre in vari
trattatisti di retorica come tecnica mnemotecnica, è in sant’Agostino la storia.
O l’umanesimo, spiega l’ex rettore di Bologna Dionigi: un umanesimo di cui c’è
di nuovo la necessità, dopo l’ubriacatura di tecnica e tecnologia. Come ha spiegato
in altro ambito, “a Prometeo è necessario affiancare Socrate”. Tornare cioè a Socrate,
alla capacità critica, che solo si raggiunge con la conoscenza e la riflessione
della memoria, di ciò che siamo nel mentre che facciamo e di ciò che siamo
stati.
Questa è la conferenza che lo studioso ha tenuto alla
Biblioteca Vaticana nel 2019, senza la vis polemica ma con chiarezza: la
sperimentazione è già fallimentare delle tre “i” berlusconiane, inglese,
internet, impresa, bisogna al più presto rifondare gli studi su altre tre “i”:
intelligere, interrogare, invenire. Il latino “invenire” nel suo duplice senso
di dissotterrare la storia e di trovare il futuro. L’altro latino, “intelligere”,
nel senso di cogliere
(legere) i problemi nella loro profondità (intus) e relazione (inter).
Ivano Dionigi, Il palazzo della memoria, Biblioteca
Apostolica Vaticana, pp. 32 € 6
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