lunedì 7 marzo 2022

L’amore allargato, per ridere

“Tutti quelli che qui stasera si odiano”, dice più o meno il cameriere-cuoco-governante romagnolo della famiglia borghese romagnola allargata che fa la storia, “dieci anni fa erano legati da storie d’amore”. Un’idea geniale, vedere come questo fuggevole amore si allarga, si restringe, si sfarina o si brutalizza. Svolta anche in maniera geniale, a basso e bassissimo costo:  attorno a un tavolo, come è ormai quasi la prassi dopo “Perfetti sconosciuti”. Svolta un po’ troppo: troppe le cose che vi si dicono, troppo sinteticamente. Nella prima parte.
Il sornione Marioni, noto per le parodie teatrali, cerca di legare il tutto nella seconda parte, facendo la parodia di se stesso. Nel ruolo dell’outsider risolutore – dell’angelo. Dell’angelo delle donne: al rehab per tossici, in cucina, a letto. In una famiglia allargata un po’ intrecciata: mogli fedifraghe sempre a capotavola, anche con l’amante di turno, “compagne” più piccole della figlia, genitori più cinici dei figli, l’eterna ragazza che si fa i ragazzi e poi li lascia, e l’ultimo Apple sopra a tutti i desideri.   
Cosa manca per farne un film geniale? Quello che c’è di più, di troppo: sottigliezze, e inviluppi. A volte si dice di più con meno. Le storie d’amore interscambiabili – oh, la tolleranza - hanno fatto molta strada da Goethe e le “Affinità elettive”, anche più strambe di quelle che Marioni manovra, ma forse di doveva ridere di più.
“Va bene così” è una commedia, a partire dal titolo, ma si parla e si gestisce come una tragedia. Certo, i “tipi” contemporanei che inscena, sempre loici, della logica social, pronta e breve, sono da satira assassina.  
Francesco Marioni, Va bene così, Sky Cinema Due

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