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Il papa non ha divisioni, e divide
Il papa non media nella guerra in
Ucraina, non ha alcun potere sui due contendenti. Sull’Ucraina, di cui
sicuramente conosceva la situazione prima della guerra, di soprusi e violenze, forse
ancora meno che sulla Russia del patriarca nazionalista Kirill.
I patriarchi di ogni chiesa
ortodossa, compresa quella ucraina da poco autocefala da quella russa, non
vogliono bene al papa, e soprattutto non al papa Francesco.
Il papa – il segretario di Stato
Parolin - vanta rapporti sempre amichevoli con l’ambasciatore russo presso la Santa
Sede, Avdeev. È normale, i russi non sono orsi, come si legge nei giornali. Ma
l’ambasciata è simbolica, il papa non ha divisioni corazzate, e nemmeno un territorio,
a parte il giardino per le passeggiate del pontefice. Conta per il suo magistero
teologico, e per quello morale. La teologia è sempre al Filioque
divisivo di mille e passa anni fa. Sul magistero morale niente ha disturbato le
varie ortodossie, compreso qualche residuo patriarca cattolico, in Libano, Egitto, Siria, India, più dell’ecumenismo del papa Francesco. I patriarchi si
sentono minacciati e anzi assediati dall’islam e dalla parallela, molto
accomodante con l’islamismo, secolarizzazione euro-americana. Non c’è documento
(allocuzione, indirizzo, pastorale) che non rimarchi la distanza.
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