La guerra dei meme
Sarà questa dell’Ucraina un’altra
guerra che “non ha avuto luogo”, come il sociologo francese Baudrillard disse
famosamente quella del Golfo? Come quella di Putin alla Georgia nel 2008? Una
guerra “non ha luogo” quando è fra schieramenti così sproporzionati che non si
può dire guerra. È possibile, dopo il non intervento annunciato dagli Stati
Uniti e dalla Nato.
È sicuramente una “guerra dei meme”.
Quella lanciata da Zelensky contro la Russia due anni fa. Ora rafforzata – di propria
iniziativa? - da Anonymous e altri hacker. Che fornisce molti materiali ai
social, praticamente li ingombra: i bambini, gli espatriati, le code in fuga, le
distruzioni naturalmente (ma non molte), i “sessanta km. di carri russi”, tutti
in fila indiana, i tredici eroi dell’isola dei Serpenti, tutti ben vivi, benché prigionieri, il caccia russo abbattuto da un cecchino che è un videogioco, le ragazze volontarie
- una, naturalmente bionda, ha un complicato chignon da alloggiare sotto l’elmetto.
Immagini e testi per lo più a scomparsa, non certificabili, che operano come i
vecchi reparti d’assalto: il fatto non conta, s’impone il ritmo, senza respiro.
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