giovedì 3 marzo 2022

La morte che ridà vita

L’addio come un ritorno: una presenza costante, non più contestata e anzi benefica. Il film è della malattia e la morte. Sempre ingiusti, ma qui di più: al culmine di una vita di sacrifici, l’operaio che studia da ingegnere, diventa capo dell’acciaieria, ha una residenza armoniosa, fra i trulli di e le piante sempre fiorite di un borgo da favola (Martina Franca), e subito soccombe all’emorragia cerebrale. Una lunga degenza e una fine che rinsaldano la famiglia e rinvigoriscono gli affetti.
Un film curioso, girato praticamente in interni, anzi in una stanza di ospedale. Una stanza a due letti, in neurochirurgia, con i due degenti cioè praticamente muti. Domenico Fortunato, protagonista oltre che regista, riesce a conversare con le luci, i tagli, i sussurri. Senza mai un momento di calo d’interesse. 
Una scommessa, da film a bassissimo costo, che si rivela una prova di forza del regista-protagonista, al suo secondo lungometraggio.
Domenico Fortunato, Bentornato, papà, Rai 1, Raiplay

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