L’amore assoluto è immaginario
Un
tardo patito di Proust, prima anche per lui insopportabile, suggerisce di
estrarre, non solo dalla memoria, tutti i filamenti che la vita insondabile
svolge. E di colpo, per caso, ecco il colpo di fulmine, dell’amore assoluto. Il
film italiano della scritrice e regista franco-americana parte da un buona idea,
esplorare il possibile. Che però sappiamo dalla scena che ha accompagnato i
titoli di testa essere impossibile. Un racconto onesto, dunque, ma piatto.
L’impianto
avvincente si svolge senza tensione. È notevole anche per una novità: che
un’autrice donna esplori e rappresenti i meandri maschili. Ma il nostro uomo
finisce per essere uno sfortunato: ragazzino sveglio e compiacente, perde il
padre, l’amichetta del cuore, la madre in
pose sconce, infine anche la moglie, la figlia, il nonno, in una sorta
di “disgraziere” senza tensione. “Un amore mai vissuto è un amore che non
muore”, la didascalia del film, è come praticare la tecnica indiana della
ritenzione, del tantra perfetto, da eunuchi.
Amanda
Shters, Promises, Sky Cinema
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