domenica 13 marzo 2022

Letture - 484

letterautore

Africa – Cazzullo le chiede, a metà di un’intervista di due pagine sul “Corriere della sera” domenica: “Com’era la vostra Africa?” - l’Africa cioè di Moravia, Maria Callas, Pasolini, con i quali viaggiava. Dacia Maraini risponde del solito stregone, e aggiunge: “Mangiavamo scatolette da tre giorni, e incontrammo un vecchio che vendeva uova. Ne comprammo venti. Alla sera le aprimmo pregustando una frittata: erano piene di sabbia. Il vecchio ci aveva ingannati”. È strano che l’Africa venga sempre scoperta. 


Amore – È papale? Lucia Berlin in un lontano racconto, “Mamma”, se lo fa dire dalla madre, ma in questi termini – la madre è ubriacona cattiva: “Il papa ha sparso la voce che l’amore rende felici. L’amore ti tende miserabile”.
“Deus Caritas est”, Dio è amore, è la prima enciclica di Benedetto XVI, il papa poi dimissionario, 2006. Il tema è stato riperso dieci anni dopo, per San Giuseppe del 2016, dal papa Francesco, in una esortazione apostolica, “Amoris Laetitia”, la gioia dell’amore – una quasi enciclica, l’“esortazione apostolica” viene per autorevolezza poco sotto l’enciclica.


Feltrinelli – Breve storia di fortuna e morte, si può dire: Giangiacomo Feltrinelli, poi morto sul traliccio di Segrate, nasceva in una famiglia di recenti grandi fortune (industriali del legno) e di morte. Lo zio Giuseppe, cacciatore, racconta Carlo Feltrinelli a Cazzullo sul “Corriere della sera” martedì 8, “si affezionò a un cucciolo di orso, che allevò come fosse un cane”, finché l’orso non lo azzannò, la ferita non guarì, contro il dolore lo zio ai affezionò alla morfina, e morì di trentacinque anni. Lo zio Pietro si suicidò a 28 anni, “per amore di una ballerina romena”. Lo zio Antonio fu investito da un camion militare nel 1942. Il padre Carlo, presidente di Edison e del Credito Italiano, precursore di Unicredit, era morto nel 1934 all’improvviso, forse suicida, forse di emorragia cerebrale. Dopo che la bellissima moglie Giannalisa era stata sparata in volto dal suo amministratore delegato durante una battuta di caccia, forse per errore, forse per gelosia - la madre, diventata poi gelida tiranna (e sposa di Luigi Barzini, che disprezzava il figliastro), perse un occhio. 


Fenoglio – Pure Fenoglio è nato cento anni fa. Ma lo ricordano solo Gabriele Pedullà e Cazzullo, in note sparse, incidentalmente. “Il partigiano Johnny”, il romanzo di Fenoglio anglicizzante, viene tradotto in inglese.


Hölderlin – Il suo problema psichico (visse più della metà dei suoi anni in casa famiglia, riconosciuto alienato di mente) era stato provocato da infezioni veneree? Scrivendo a Hegel il 25 novembre 1795, compagno di studi a Tubinga, dove erano in seminario, si dice poco interessato a fare da istitutore (professione di passaggio quasi d’obbligo per i giovani filologi), e lamenta “follie fatte a Tubinga”: “Per ora ho la pretesa di non fare nulla di nulla; a conti fatti, sono poco adatto a questo e a ogni altro stato in cui si ha a che fare con caratteri diversi, con situazioni diverse; e disgraziatamene ho anche motivi particolari, grazie alle follie fatte un tempo a Tubingen”.
 
Kerouac
– L’altro centenario che non si celebra era, si sentiva, si professava, e morì, cattolico. Il cardinale Ravasi lo ricorda sul “Sole 24 Ore”: “Poco prima della morte, avvenuta il 21 ottobre 1969, al «New York Times» aveva dichiarato: «I am not a beatnick, I’m a Catholic». Un’identità mistica sebbene «strana, solitaria e pazza». E il suo ultimo Salmo invocava: «Keep my flesh in Thee everlasting»,mantieni la mia carne nella tua eternità. In sintesi, era la fede cristiana nell’Incarnazione”.


Novecento - Ha perso al bellezza, Paolo Portoghesi: “Penso che la vera tragedia sia stata scoprire nel Novecento che l’arte non corrisponde più al bello. Un tempo la bellezza era la ragion d’essere di un’opera d’arte”. Oggi si pretende che l’arte sia solo il frutto di un’operazione intellettuale”.


No wax – L’“editor” della prima edizione del “tutto Saba”, 1955 (“Il Canzoniere. 1900-1954”), che si sa essere Giacomo Debenedetti, deplora “l’indiscriminata violenza con cui l’arrogante medicina moderna inocula i sieri”. 
 
Pettegolezzo
– Oggi dominante nei media, fu parte di molta letteratura nel Seicento parigino, con le “précieuses”, i salotti, le indiscrezioni, i pettegolezzi, la chiacchiera in genere invece dei fatti. Anche oggetto di satira, ma spuntata, anche quella di Molière, e di Boileau, La Bruyère, La Fontaine. Con una produzione vasta, di epigrammi, lettere, confidenze, “pensierini”, cattiverie, analoga a quella oggi del social. Certo, non diffusa, quale è oggi. Ma al centro del potere, incisiva.


Poesia civile – La parola e la cosa ricorrono già nel 1945, definita dall’anonimo (ma si sa essere stato Giacomo Debenedetti) prefatore del “Canzoniere” di Saba. riunito per Einaudi per la prima volta nel 1945, definita “sola igiene delle lettere oggigiorno” – “mentre oggi si va cercando con furia polemica una «guarigione» e di rifabbricano con impazienza una forma e un contenuto alla poesia”. Una delle strade cercate sulle rovine della guerra.
  

Solitudine – È “un concetto anglosassone”. È l’incipit del racconto “Fool to cry” di Lucia Berlin: “La solitudine è un concetto Anglo-Sassone. A Città del Messico, se siete la sola persona sul bus e qualcuno sale non solo vi verrà vicino ma si appoggerà a voi”. 
Però, c’è il rovescio: “In Messico non c’è mai nessun altro lì. Se vai nella tua camera a leggere qualcuno noterà che stai da sola e verrà a farti compagnia”.


Svevo - È Joyce che ha influenzato Svevo o non viceversa? Si sono frequentati ma non necessariamente si sono influenzati reciprocamente? E tuttavia il problema si pone. Non marginalmente come usa: Svevo a scuola d’inglese da Joyce, ne è incoraggiato a scrivere. Il megadirigente Svevo aveva già all’attivo due romanzi e vari racconti.  


Traduzione – È il titolo di nobiltà letteraria – l’unico: “È stato tradotto in x lingue”.
 
Vicenza
– È la provincia più fertile per la prosa italiana del Novecento, con Comisso, Gian Dauli, Parise, Berto, Piovene, Meneghello, Rigoni Stern – precursori Zanella e Fogazzaro.

letterautore@antiit.eu

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