Mussolini tutto esaurito
Una scena ronconiana, molto semovente, costumi
alla Brecht, e una recitazione affettata (ironica), sempre alla Brecht, con richiami a Petrolini,
Fellini, Buazzelli-Strehler, et al., per l’adattamento dello stesso Popolizio
del primo romanzo mussoliniano di Scurati. Quello che va dal 23 marzo 1919 al 3
gennaio 1925, dalla fondazione dei Fasci di combattimento all’instaurazione del
regime, dopo l’assassinio di Matteotti - il conflitto con i socialisti è singolarizzato
in scena nella figura di Matteotti. Con l’accentuazione dei ruoli femminili,
forse per far digerire meglio il polpettone.
L’adattamento è infatti volutamente piatto, non è commedia e non è dramma. Sul filo sempre dell’irrisione, del fascismo
burletta – Marinetti, D’Annunzio, Balbo, Bombacci, lo stesso Nenni, la stessa
Sarfatti. Non da Brecht, come si vorrebbe - Brecht non combatte i cadaveri. Sui
toni da cabaret o stand-up comedy – Mussolini è per lo più Tommaso Ragno, un
gentiluomo, molto british. Ma non si ride. Per tre ore: tre ore di ripetizione
delle solite cose che si sanno e si sono ridette del fascismo. Un successo.
Un successo che dire enorme è dire poco: è questo
lo spettacolo. Ventisette recite dal 4 marzo a domenica prossima 3 aprile a
Roma tutte esaurite. Quindici a febbraio al Piccolo Strehler tutte esaurite –
per una capienza di mille posti, contro i settecento del teatro romano (è una
co-produzione Piccolo-Teatro di Roma-Luce Cinecittà, con la collaborazione del
ronconiano Centro Teatrale Santacristina). Ieri lunedì la compagnia ha saltato l’ultimo
turno di riposo per una recita straordinaria. Lo spettacolo è dovuto cominciare
con un’ora di ritardo, tanta era la fila al botteghino – determinata, fino all ultimo posto disponibile.
C’è bisogno d’informazione? Sul fascismo fritto
e rifritto? Pochi i ragazzi, il pubblico delle lunghe code era ieri in età, chissà
quante volte se lo è sentito ripetere, che i fascisti erano brutti e sciocchi –
e pochi? C’è bisogno di consolazione?
Massimo Popolizio, M Il figlio del secolo,
Teatro Argentina, Roma
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