Ombre - 606
La guerra è brutta e terribile. Fa male vederla ridotta a
spettacolo. Il road show del presidente ucraino Zelensky, un comico, si può
ancora prendere per una performance teatrale, organizzata da abili pr. Ma l’equipaggio dell’Iss,
la stazione spaziale multilaterale (con i russi dentro) che brinda in divisa
giallo-blu, i colori dell’Ucraina, roba da fotoshop, questo è se possibile
ancora più terribile – cinico, menefreghista.
Fra le tante cronache non fatte di questa guerra ce ne
sarebbe una, gustosa, su Boris Johnson. Una sorta di pagliaccio, come lui
stesso si vuole, messo lì per fare la Brexit, uno che si ubriacava in festini
quotidiani durante i lockdown che lui stesso imponeva, che fa il maestro
di guerra all’Europa. Ma questo lo dice solo il professor Orsini, che, sebbene
della Luiss, essendo un esperto di cose internazionali non è un incondizionale
pro-ucraino, e quindi va all’indice.
Da più
giorni Biden fa sapere che è vicino a un accordo con l’Iran per il nucleare.
Con la mediazione cioè di Putin?
Anche
Israele, che contro il nucleare iraniano è pronta da tempo a una guerra
preventiva, sembra convinta che l’accordo si farà. Ma nel caso di Israele è
comprensibile: ha sempre avuto appoggio diplomatico da Mosca, fin dai tempi di
Stalin, anche quando Mosca si schierò col nazionalismo arabo, e con i
Palestinesi.
Titoli
bancari in Borsa in altalena, con la scusa della guerra. Intesa mercoledì su del
6,97 per cento, giovedì giù del 4,47, Unicredit su 6,02 per cento, poi giù del
5,40, e così via. Non c’è una ratio (la guerra non c’entra, la politica
monetaria nemmeno), c’è solo una Borsa, quella italiana, solo speculativa.
Per avere un parterre di operatori ridotto, e per deficit di normativa.
Ha dell’incredibile ma è un fatto l’aumento della benzina
di mezzo euro al litro, sulla quotazione future del greggio Brent – un gioco
di Borsa, tra proiezioni che un giorno danno il barile a 100 euro e il giorno
dopo a 130, senza che un solo barile sia stato spostato. O la scomparsa della farina
di frumento dagli scaffali, dove giaceva invenduta. Incredibile è che le
Autorità di controllo non intervengano, l’Arera per le fonti di energia, la
Finanza per l’imboscamento. Sono talmente commosse dalla guerra da non vedere?
Non c’è più l’art. 501 del codice penale?
Si
vota alla Camera in Commissione Affari Costituzionali il blocco di riforme proposte
dal centro-destra, e al primo punto c’è l’elezione diretta (popolare) del
presidente della Repubblica. Proposta da Fratelli d’Italia, elezione diretta battuta
21 a 19. Non mancavano molti voti al centro destra: sono bastate le assenze di
un deputato di Forza Italia e di uno della Lega. Non è una cosa seria, la
destra.
Non un
commento sulla guerra, nei media italiani. Di slavisti, di scienziati politici,
di cui pure i giornali abbondano in tempo di pace, di specialisti dell’Est Europa.
Solo immagini di disastri, la guerra è brutta. Ma perché, a che fine?
Niente
giornalismo nemmeno su persone e questioni in qualche modo pacifiche. Per esempio
sui rifugiati, tre milioni sono tanti. Ammesso che un milione abbia trovato
rifugio presso familiari, in Germania, Italia, etc., gli altri due? Devono
stare al coperto, c’è la neve e il ghiaccio, come si sfamano, hanno cure
mediche, hanno servizi igienici. Due milioni, in pochi giorni?
Sarebbe
anche un giornalismo comodo, non rischioso. Da paesi confortevoli, Polonia, Ungheria,
Romania.
Due
“notizie” su tre sull’Ucraina vengono da New York (storie umanitarie, da Madison Avenue, il cuore della pubblicità) e
da Londra (storie politiche – storie politiche, di servizi segreti, etc.).
Perché, le traducono in inglese?
Non
sorprende, e non fa scandalo, una notizia come un’altra, la Juventus, superclub
del calcio italiano, che paga come niente otto e anche dieci milioni di ingaggio, annui, strapazzata in Champions da una squadra di secondo rango,
nel caso spagnola, che fattura un terzo, paga ingaggi per meno della metà, ha un quinto del debito. Per la terza volta consecutiva, sempre alle prime eliminatorie,
sempre da squadre di secondo rango. Il calcio italiano è malato: si costruiscono
squadre con i procuratori, per le percentuali - con sfioramenti evidentemente ai
dirigenti. Senza tecnica, senza agonismo.
Due
arbitri non fanno perdere l’Inter domenica contro il Torino, e altri due fanno
vincere il Napoli. Non per errori, per decisioni prese senza incertezze. Ma
allora che campionato è?
Gli arbitri
del calcio, sport danaroso, decidono in base a che criterio? Ci sono le
correnti tra gli arbitri, come al Csm? Ogni volta che si dà un potere
decisionale in Italia è sempre corruzione.
Se
quello che tutti vedono non lo vedono ben due arbitri, con moviola al seguito,
non si potrebbe risparmiare uno dei due? E anche tutto l’apparato della
moviola?
La
strana “trattativa” di D’Alema per vendere aerei e navi da guerra alla Colombia
fa emergere un dato passato inosservato: il suo partito non “aveva una banca”,
come disse famosamente Fassino al capo della Lega Coop. Nel senso che ne aveva
molte di più, col Mussari di Mps, banchiere incongruo ma in grado di portare la
banca alla rovina, e Profumo (ora a Leonardo, la società degli aerei da combattimento)
a Unicredit – gruppo, peraltro, che lui ha fondato, insieme con la struttura cross-border.
Nessun commento:
Posta un commento