sabato 26 marzo 2022

Ombre - 607

Tace Mattarella. È disorientato Draghi: un giorno manda armi e aumenta le spese militari, il giorno dopo, bacchettato dal papa, promette: “Cerco la pace, parlerò con Putin”. Eppure hanno consiglieri diplomatici. Scontato il rosario bruxellese, niente si sa e si può dire del resto del mondo. 


Ne sa di più la Farnesina, il ministero degli Esteri? Se l’Italia ignora il mondo la colpa non sarà di un ministero derubricato a agenzia viaggi, tutto spesato, per qualche signora e per Di Maio?

 

Gli Stati Uniti non apprezzano i “giri di valzer”. Nemmeno le “alzate di capo”. Il secondo Conte aveva recuperato su Trump (l’entusiastico tweet del “Giuseppi”) dopo le sbandate del primo Conte per la Cina. Ma Di Maio, che è ministro degli Esteri? Sarà per questo che parla solo con alcuni ministri africani – non con tutti.

 

Non abbiamo più saputo nulla delle banche colpite dalle sanzioni anti-Russia, delle banche occidentali a Mosca, per l’Italia Intesa e Unicredit – che peraltro la Borsa sembra riapprezzare. Se non che le banche americane, che non hanno attività sensibili in Russia, insistono per aggravare le sanzioni. Dopo essersi pagati gli interessi sui btp russi in dollari. E mentre ne fanno ancora scorta. Tutto questo è bizzarro, molto.

 

Gravina, il presidente della Federcalcio (Figc), quello dell’Italia battuta in casa dalla Macedonia del Nord, si era aumentato a ogni buon esito l’indennità da 36 a 240 mila euro. Quanto il presidente della Repubblica.

 

Anzi no, Gravina ha di più. Con amicizie importanti, è nella Giunta del Coni e nell’esecutivo della Uefa, con altri 150 mila euro di appannaggio. Il calcio sì, è un mestiere redditizio.

 

“La Nazionale ha appena 60-70 calciatori eleggibili in serie A”, Matteo Pinci su “la Repubblica” - su venti squadre iscritte in campionato, va aggiunto, su una rosa cioè di 440 calciatori: “Si riempiono le Primavere di stranieri utili solo per le plusvalenze e a ingrassare le tasche degli agenti”. Senza “sfioramenti”?

 

Sono cinque mesi che Gualtieri è sindaco di Roma e non ha fatto niente. Ora però è deciso, deve rinnovare la direzione della Festa del Cinema. Non si crederebbe ma è la cosa più importane per il Pd romano. Sono in campo “la Repubblica”, con tutti i grossi calibri di Hollywood (le segreterie dei grossi calibri: quelle che una volta mandavano la foto con dedica, ora mandano attestazioni, i fans non vanno delusi), Goffredo Bettini, vecchio cuore rosso del Pd, con Bologna e la giunta Emilia, e perfino Nanni Moretti.

 

Anche la candidatura a una qualche Expo è in gran voga nella capitale a leggere le cronache romane. Con nomine di ambasciatori e ambasciatrici. Si capisce che Gualtieri non abbia tempo per altro, le discariche, l’immondizia, le ortiche, i senza tetto.

 

Il vertice Nato contro la Russia campeggia su “la Repubblica” con una foto di gruppo di gentiluomini soddisfatti e sorridenti. Ma la guerra allora non è una cosa seria?

 

Subito sotto, “nel cuore di Odessa che resiste ai russi”, il solito Bernard-Henri Lévy di tutte le disgrazie passeggia in capotto di cachemire, accanto a un uomo in mimetica, davanti a una barriera di cavalli di frisia ordinatamente disposti se dovessero arrivare i russi. Un invito al turismo?


Venticinque firme del “Corriere della sera”, mobilitate per fare un quadro della guerra dopo un mese riescono a non dire niente di più delle venticinque pagine quotidiane di foto e didascalie emotive. Forse è un (buon) servizio all’Ucraina? Chissà. Certo non alla pace – augurabile, possibile, ogni guerra ha una pace, con dignità naturalmente. 

 

Nell’entusiasmo pro-ucraino della sua cronaca satirica di Zelensky a Montecitorio, Roncone ha una dimenticanza. Nei precedenti interventi, il presidente ucraino ha introdotto un particolare locale: “In Gran Bretagna ha citato Winston Churchill; negli Usa Martin Luther King; in Israele si è avventurato in un paragone con l’Olocausto (non del tutto gradito). Qui molti si aspettano un riferimento alla nostra Resistenza”. Ma poi non dice se l’ha fatto – non l’ha fatto. Una dimenticanza come indicazione?

 

Se Zelensky ha evitato il richiamo alla Resistenza di proposito, è stato onesto, Nei diciotto mesi dell’occupazione, tra il 1943 e il 1945, gli ucraini erano accanto ai tedeschi, nei rastrellamenti e nelle rappresaglie. Ci fu anche una Repubblica cosacca del Friuli, creata dagli ucraini inquadrati nella Wehrmacht:

http://www.antiit.com/2022/02/il-mondo-come-439.html

 

Curioso. Gabanelli augura alla onorevole Granato, “che non ha esitato a schierarsi a favore di Putin”, in andare a bearsi nella democrazia russa, supponendo che “vivere in un Paese come l’Italia sia un inferno”. Curioso, era l’argomentazione al tempo della guerra fredda, contro i comunisti. Ora viene svolta in prima pagina sul “Corriere della sera”, s’immagina da sinistra.   

 

Rasentano lo scherzo le motivazioni della giudice bresciana Brugnara che ha assolto Storari,

https://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20220322/282149294805958

Storari è il giudice di Milano che crede nella loggia massonica “Ungheria” dell’avvocato Amara, o Armanna?, e per questo sollecitò il suo compagno di cordata Davigo, allora membro del Csm, a intervenire contro il suo capo alla Procura di Milano. “Irritualità”, “inappropriatezze”, “errori scusabili” trova Brugnara a carico di Storari.

La giustizia politica è di uno squallore – oltre che violenta – difficilmente eguagliabile.

 

Statistiche giudiziarie e cronache documentano un ricorso ordinario dei Tribunali dei minori alla Pas, Parental Alienation Syndrome, sindrome di alienazione genitoriale, che non “esiste”, come si dice a Roma. Teorizzata da uno psichiatra pedofilo, Richard Gerner, mai accettata in sede scientifica. Per strappare i bambini dalle madri, solitamente, quando i padri le hanno abbandonate o violentate, e darli in affido. Un semplice caso d’ignoranza? La solita giustizia ingiusta?

La sindrome è certificata dagli psichiatri consulenti dei Tribunali. C’è un business degli affidi?

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