Si buttano giù in Borsa le banche italiane, a
botte del 10 e 15 per cento Unicredit e Intesa, del 5 e 6 per cento Bper, come se
le sanzioni anti-russe le mandassero in rovina. Le banche italiane più di quelle
russe? Mentre il danno non può essere rilevante nella peggiore delle ipotesi, ancora
non c’è, e se prende piede la tregua potrebbe non esserci. E si sa che sono
mani pesanti, di grandi fondi che giocano al ribasso le banche italiane. Che
guerra è questa? Perché non viene denunciata?
Quando si farà la tregua scopriremo le grandi banche italiane nelle mani di chi? A prezzo infimo? Perché la Consob è come se non ci fosse, a fronte di sciortaggi di tale portata? Troppe le disattenzioni in questa guerra, la superficialità (stupidità) non basta – non spiega tutto.
Si
presenta l’incontro ieri fra il presidente finlandese Niinisto e Biden alla
Casa Bianca come una richiesta urgente della Finlandia di entrare nella Nato.
Mentre la Finlandia, come la Svezia, ha fatto di tutto a suo tempo per non
entrarci. Non è disinformacija, probabilmente (o l’Ansa la scrive l’Aise?),
e non è fake-news: è proprio sciatteria. Ignoranza. Questa guerra
certifica la fine dell’opinione pubblica.
Fa
Crozza - solo Crozza non i media, malgrado le decine di pagine e di ore ogni
giorno sulla guerra - una panoramica dei grandi mallevadori di Putin: Salvini,
Berlusconi, Grillo, Meloni. Errare humanum est. Ma tutti insieme, per fare
piacere al comico?
Sono
scomparse, con la guerra, le decine di pagine ogni giorno e di ore sul covid.
Che non è scomparso, non può, il virus non ha paura della guerra. È “scomparso”
nel senso che non se ne parla più.
Niente
più virologi terrificanti in tv, ora ci sono i generali. All’improvviso,
primavera precoce, ce n’è stata una fioritura. Di ogni specie, arma, età,
esperienza: basta la parola, generale suona anche meglio di virologo.
Non ci sono gli idrocarburi nelle sanzioni, la Russia può, deve, esportare petrolio (Lukoil) e gas (Gazprom) - il presidente Biden, richiesto espressamente, lo ha specificato. Ne è sanzionata la banca attraverso cui si pagano. I soli Stati Uniti importano 700 mila barili al giorno di petrolio russo, 35 milioni di tonnellate annue.
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