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Poe introduce la poesia in America
Tre saggi di estetica
che reggono, non solo sul piano storico: “Il principio profetico”, “La
filosofia della composizione”, “Il fondamento del verso”. Sulla “poesia di parole”,
“l’armonica creazione della bellezza” – una delle creazioni della bellezza,
quella verbale. “Unico giudice (della poesia) è il gusto”, mentre “con l’intelletto
e la coscienza ha solo rapporti collaterali”. Una composizione è poesia “solo
in quanto stimola, elevando l’anima”. Poe introduce la poesia in America. Con
la teoria oltre che con la pratica.
Poe è morto di
soli 40 anni ma sembra che abbia vissuto un’eternità, da quanto ha scritto, e
con che intelligenza, nelle materie più disparate: poeta, narratore, critico,
teorico della letteratura, giornalista di fatti diversi, editore. In un
ambiente, i primi decenni dell’Ottocento, che in America erano simili alla preistoria,
sia pure alfabetizzata, e anzi grande lettrice. Malgrado il suo impegno pratico
enorme per la sopravvivenza, da giornalista e direttore-editore di riviste. Si
consideri che il suo “esecutore letterario” dopo morto, Rufus Wilmot Griswold,
fece di tutto per infangarne la memoria, non essendo Poe il tipo rispettabile
della morale puritana d’obbligo (il suo necrologio sul “New York Times”
cominciava con: “Edgar Allan Poe è morto a Baltimora l’altro ieri. Questo
annuncio farà sussultare molti, ma pochi ne saranno afflitti”).
Edgar Allan Poe, Tre
saggi sulla poesia, Iduna, pp. 162 € 12
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