lunedì 14 marzo 2022

Prima della guerra il futuro era pessimo

Due settimane fa l'Europa già non se la passava bene. I mercati scontavano l’aumento previsto dei tassi d’interesse della Banca centrale europea, per raffreddare l’inflazione. In una con l’abbandono del programma di acquisto delle obbligazioni nazionali lanciato dieci anni fa da Draghi. Il “Financial Times” titolava in prima pagina: “Le aspettative sui tassi d’interesse della Bce fanno aumentare i costi del debito per Grecia e Italia”.
Scontato l’aumento dei tassi, il dibattito alla Bce era come disinnescare le pressioni successive per le perequazioni salariali. 
Sotto osservazione era già l’economia italiana, malgrado la ottima performance del 2021, in quanto maggiore percettrice del piano europeo Ngeu, Nex Generation European Union. In contemporanea col “Financial Times”, il ministro della Transizione ecologica Cingolani avvertiva che “l’aumento del costo dell’energia rischia di avere un costo totale l’anno prossimo superiore all’intero pacchetto del Pnrr”. Per anno prossimo il ministro intendeva il 2023, ma l’aumento è probabilmente già in atto, che colpirà settori larghi e sensibili dell’economia.

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