domenica 27 marzo 2022

"Sulla strada" sulla traccia di "Senza famiglia"

La bohème a New York con Kerouac (un centenario – della nascita – che anche l’America ha dimenticato) e tanti amici, di lei, Frankie Edith Kerouac-Parker, e di lui, che formeranno la beat generation. Negli anni della guerra, dal 1940 al 1945. Compreso il matrimonio in carcere, dove lo scrittore era rinchiuso per favoreggiamento – un matrimonio necessario per sbloccare l’eredità di Edie, e poter pagare la cauzione per il rilascio. Raccontata con la stessa spensieratezza, vigile, con la quale è stata vissuta. Perché allora se ne è dissociata? “Erano tutti coinvolti nel giro della droga, mentre io lavoravo a tempo pieno per poterli mantenere”, di notte, come carrellista, nei grandi dock sull’Hudson. Con fotografie d’epoca.
Si parla molto di Allen Ginsberg, perfino un bel ragazzo, quando aveva i capelli, ancorché bassino, e di William Burroughs. E degli amici che rifluiranno in molti personaggi di “Sulla strada”: Lucien Carr, bellissimo, spensieratissimo, che finisce male, uccidendo il vecchio caposcout gay che lo perseguita, padre dello scrittore Caleb Carr, Henri Cru, Neal Cassady, Seymour Wise, molto Joan Vollmer Adams. prima che finisse annegata nella benzedrina, e poi, moglie di Burroughs, vittima di lui, maniaco delle armi, in un gioco alla Guglielmo Tell. Con pochi soldi e molto alcool. E, con l’entrata nel gruppo di Herbert Huncke, più anziano, le droghe.
Con ritratti notevoli anche della famiglia Kerouac: la madre Gabe lavoratrice e devota, il padre strano, la sorella maggiore. Nonché della propria famiglia di Edie, di una borghesia operosa, a Detroit. Si può dire la storia di due “mammisti”: “Nessuno dei due se ne andò più di casa” dopo la separazione, nota il curatore Bill Morgan, “rimasero con le rispettive madri per il resto della vita, pur se entrambi risposandosi più volte”. Entrambi due volte. La terza moglie di lui, Stella Sampas, sorella di Sebastian Sampas, il migliore amico di Kerouac, si occuperà per anni dello scrittore alcolizzato cronico, e della sua madre, paralizzata da un ictus. Edie e la sua famiglia, madre, padre, sorella, nonna ricorrono nella semiautobiografia di Kerouac, “Verità di Duluoz”.
Una vita complicata e allegra. Come Frankie-Edie sarà ancora quarant’anni dopo, nella testimonianza di Timothy Moran, che ne ha raccolto le confidenze, malata e indomabile, con 28 gatti in casa. Nel 1942 abortisce, di “un bambino maschio con i capelli neri”, che presume di Jack. Senza drammi, in tre o quattro righe - meno di uno dei tantissimi pasti arrangiati o delle tante bevute, dettagliate. Jack ha avuto una figlia dalla seconda moglie, che però ha disconosciuto.
Ricordi apparentemente confusi – a imitazione della letteratura beat. Con una costante, la celebrazione di Kerouac: Jack è sempre molto intelligente, molto colto, molto affettuoso, sa di scacchi ma odia l’azzardo, è molto moralista, e non guida. Con un segnale preciso, però, per i suoi cultori e studiosi: l’influenza francese. Nel patois che parlava in casa, franco-canadese, anche negli anni di New York, quando i genitori vi si erano trasferiti da Lowell per stargli vicino. Ma soprattutto per la scrittura. Jack ritorna di continuo come grande lettore, al bagno e fuori, soprattutto della Bibbia e di Shakespeare. Ma a Edie confida che quando parla pensa sempre in francese. Il sodalizio con Edie si stabilisce col comune proposito di trasferirsi a Parigi, dal primo incontro all’ultimo. In una foto del 1944 posa “come un personaggio di Gide”. E “Sulla strada” Edie avvicina involontariamente a Malot, “Senza famiglia”, che era piaciuto molto a entrambi, libro e film: Henri, “Sulla strada”, è Rémy Boncoeur di “Senza famiglia”, p. 42.  
Edie Parker-Kerouac, La mia vita con Jack, Stampa Alternativa, pp. 191, ill. € 16 

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