venerdì 15 aprile 2022

Che guerra è questa – le amazzoni sono tornate

S’immortala in questa guerra lo spirito di battaglione – nel caso il battaglione Azov, formato dagli estremisti di destra di ogni bordo, ma questo è irrilevante. È spirito di battaglione fra tutti gli inviati e corrispondenti di guerra. Di eccezionale unanimismo. Eccezionale anche perché costituto in larga parte da donne: la guerra non è più maschilista.


Schieratissime pure Finlandia e Svezia, che invece per mezzo secolo, quando c’era la guerra fredda, con i missili nucleari alle porte, se ne sono tenute lontane. Oggi sono guidate da donne e non hanno dubbi, nemmeno loro come i giornalisti: guerra. Il nuovo Aristofane dovrà ravvedersi. 

 

Lo spirito di battaglione ci ha provato anche ad affossare il papa, che alla via Crucis vuole una famiglia russa a portare la croce, oltre che una famiglia ucraina.  C’è una cultura unanimista, che in questa guerra si manifesta a grossi caratteri, e non è slava. È la cultura dell’incultura?

 

Lo storico De Luna non si sottrae, su “la Repubblica”: “Di fronte a Davide contro Golia è naturale e istintivo schierarsi con il primo”. Ma, professionalmente, circospetto: “Ricordo quando serbi e croati in guerra tra di loro ci facevano vedere le immagini delle stesse fosse comuni addossandosi le colpe gli uni agli altri. O quando a Timisoara la scoperta di una fossa comune e la relativa denuncia di un massacro giustificò la caduta del regime e l’eliminazione di Ceausescu con la moglie, e solo dopo si scoprì che quei morti mostrati ai media erano gente comune, defunta in ospedale”.  

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