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Gas, sanzioni e infrastrutture
Il gas dalla Russia continua ad
arrivare, malgrado la guerra e le sanzioni.
Dalla Russia arriva oltre la metà
del gas consumato in Europa occidentale - soprattutto dalla Germania, e poi
dall’Italia (28 miliardi di metri cubi, il 40 per cento del gas importato.
L’Italia non ha riserve di gas
– sono residue e di ridotto potere calorico. Se ne estraevano 21 miliardi di
metri cubi nel 1996, solo 3 l’anno scorso – si può arrivare a un massimo di 5
miliardi di mc.
Il gas naturale liquefatto (lng)
promesso da Biden costa il 20 per cento in più, e richiede investimenti elevati
e concentrati per gli impianti di rigassificazione sul territorio nazionale. Impianti
complessi, soprattutto per la sicurezza, con tempi di costruzione da tre a
cinque anni.
Il gnl costa di più - quello
promesso da Biden di circa il 20 per cento - e inquina.
Il gas russo copre il 40 per cento
delle importazioni, circa 28 miliardi di metri cubi sui 76 consumati nel 2021.
Germania e Italia sono i maggiori
acquirenti in Europa di gas russo, rispettivamente per 14 e 10 miliardi di euro
nel 2021.
L’Algeria può aumentare le esportazioni
di gas verso l’Italia solo marginalmente, in ragione della definita capacità di
trasporto del gasdotto, giù utilizzato al massimo, e per avere riserve di gas sempre
più ridotte.
La Libia ha riserve molto più
consistenti, e il gasdotto in essere, Greenstream, ha una portata teorica di
trenta miliardi di mc., ma non nelle condizioni attuali, di semiabbandono. Dopo
l’attacco Nato alla Libia nel 2011 il gas trasportato da Greenpeace è crollato
a un ammontare irrilevante, sui 2 miliardi di mc..
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