La Befana viene col romanesco
I film in copia,
che si fanno dopo il successo dell’originale, sono condannati a non ripeterlo –
non c’è un numero 2 migliore del numero 1. Qui, poi, non è un seguito ma si
vorrebbe un prequel, come si è arrivati poi al film già famoso e che
avete visto, l’antefatto cioè. E tuttavia l’idea originaria funziona ancora.
Non per come si ha una Befana invece di una strega, il tema del film, ma come
si anima una realtà scontata, marginale, minima, o di maniera, col fattore
linguistico.
Basta uno scoglio
linguistico per fare scena, per fare storia. Come con i Brancaleone o, per
stare al romanesco della Befana, col “Marchese del Grillo”, da cui Randi prende
molto, “Nell’anno del Signore”, “In nome del popolo sovrano”. È un film sul
romanesco, più che sulla Befana: Zoe Massenti, benché debuttante e ragazzina,
prende con le sue battute lo spessore di Sordi, di Manfredi.
Paola Randi, La
Befana vien di notte II – Le origini, Sky Cinema
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