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La fine dei Valdesi in Calabria
In realtà la storia
della persecuzione e fine dei Valdesi in Calabria, nel 1561, della colonia di
Guardia Piemontese. Per una serie di equivoci, da una parte e dall’altra, che
portò a un confronto, e alla presa della roccaforte di Guardia. Una vera storia
dei Valdesi pare non si possa fare per “l’incredibile assenza di fonti”,
Una comunità di
riformati che viveva tranquilla, con accordi ormai pluridecennali con la
famiglia feudataria degli Spinelli, e con le autorità ecclesiastiche, si fa
d’improvviso militante, sostituendo il pastore (“barba”, occitanico per zio) della
convivenza con uno venuto da Ginevra, calvinista radicale. Si denuncia Spinelli
al Tribunale Reale. Controquerela di Spinelli. Giudici speciali giungono da Napoli, con due battaglioni di truppe, per
fare osservare le decisioni dei giudici. Il barone Castagneto, comandante dei
battaglioni, viene ucciso. Un nuovo comandante con più truppe viene mandato da
Napoli. Lo stesso viceré si sposta a Cosenza per seguire la questione. Pastori
e teologi valdesi ascoltati dalle autorità suscitano ammirazione per la
compostezza. Ma l’assedio si conclude con l’espugnazione della roccaforte e la
dissoluzione della comunità – impiantata, oltre che a Guardia, anche in comuni viciniori,
Montalto Uffugo, Vaccarizzo, San Sisto, e altri minori.
Erano più di tre secoli
che comunità di valdesi giungevano dalle Alpi Maritime, con contratti di
enfiteusi, fitto e altre tipologie. In una regione non ancora del tutto “latinizzata”
(soggetta al papa), benché cristiana. E abituata a ricevere cristiani di altre
obbedienze, come gli albanesi, e i greci ortodossi. Guardia Piemontese era in
origine Guardia Lombardorum, una colonia longobarda.
In appendice, in francese,
il racconto di un discendente del “barb” Gilles, che nel 1559 si volle sostituire
a Guardia.
Vincenzo
Tedesco, Storia dei Valdesi in Calabria,
Rubbettino, pp. 116 € 12
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