La verità è del romanzo
Molta mafia in
queste cogitazioni di Sciascia, pubblicate via via su “L’ora,” il “Corriere
della sera”, “La Stampa”, tra l’estate 1969 e il 12 giugno 1979. Con il
fascismo, altro tema obbligato. Ma non mancano i guizzi. Fino al ‘500 in
Sicilia i nomi di donne erano “inventati”, fastosi, poi dolore e pena. A causa
della Controriforma (o non sarà stato l’influsso spagnolo?)? Con un po’ di
libertinismo. Rivarol. Il “sesso che parla”, di Diderot, e di Foucault. La
signora Goetze che a 51 anni, onusta di marito e figli, trova l’amore in
Sicilia e lo racconta a tutta la Germania - con codicillo: “Qualcuno ha detto
che il pudore delle donne è un’invenzione degli uomini”. La Laura onorata e
riverita dei Sade, fino al noto marchese incluso, “oggetto di un seviziamento
impareggiabile da parte di Francesco Petrarca”. E la verità del romanzo: “Il
romanzo può dire verità che i libri di storia non sanno o non vogliono dire” - il
riferimento è all’amato Stendhal, alla battaglia persa per gli shrapnel, che ancora non si
chiamavano così, Shrapnell era il comandante inglese che ne fece per primo uso
a Waterloo: lo Stendhal-Del Dongo però ne descrive gli effetti.
Qualche polemica –
velenosa con Scalfari, su Moro e non solo. Le Br – che diceva “stupidi”,
accigliatissimo, in un famoso non-intervento tv. Il famoso, di nuovo, “estremismo
di centro”, che agita l’Italia. Non senza il pessimismo: “La lettura dei
giornali mi dà neri pensieri”, non per le cose che raccontano, per il modo. “neri
pensieri sui giornali appunto, sul giornalismo”.
Quanto manca.
Leonardo Sciascia,
Nero su nero, Adelphi, pp. 271 € 24
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