martedì 26 aprile 2022

L’autore si fa compagnia con gli animali

Non un repertorio etnografico, una raccolta d’autore. Attorno all’Aspromonte, si fiuta, s’indovina, per le radici mai negate di Strati, toscano d’elezione, ma non di più. Apologhi di animali per lo più. E leggende di alcuni santi. In chiave narrativa, alla La Fontaine, non esopica. Arguta più che moralista, anzi senza morale. Con tratti ariosteschi, di semplice invenzione.
Fiabe forse ascoltate, ma non si direbbe: nuove e spesso complesse. Antonio Delfino, che presentava questi “racconti”, li dice “espressione del popolo calabrese”. E in questo sì, sono connotati localmente, regionalmente. E più per lo spirito scherzoso che accomuna questi animali, beffardi, arguti. I buoni e anche i cattivi. La Calabria c’entra per l’ironia, il garbo, la tristezza di fondo.
Racconti di vecchio stile naturalmente, non woke, non corretto e anzi scorretto. Il lupo è cattivo, la volpe è sempre furba e ladra, il lupo è anche stupido.
Storie di animali invece che di uomini. Racconti della solitudine, dello scrittore. La raccolta è pubblicata in proprio, nel 1985 – mentre i romanzi uscivano ancora da Mondadori, e erano ancora premiati, ma senza echi.
Saverio Strati, Miti, racconti e leggende di Calabria, Gangemi, pp. 233 € 18

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