martedì 5 aprile 2022

Ombre - 609

La condotta che trasporta il gas russo in Europa (la condotta principale), in Germania soprattutto e Italia, attraverso l’Ucraina, si chiama “Fratellanza”. È attiva tuttora.


La Russia in guerra contro l’Ucraina continua a restare fuori dalle cronache. Agli inizi si poteva capire, per l’effetto sorpresa, ma ora che la guerra s’impantana? Abbiamo avuto poche immagini di proteste, poi più niente – le solite chiacchiere dei servizi inglesi su chi è scomparso e chi è ricomparso. Eppure la Russia è un paese aperto, ci vuole il visto ma è automatico. Perché si rappresenta la guerra da un solo punto di vista?

S’impersona la Russia nell’orso. E mai l’immagine è stata tanto veritiera come oggi: è lenta, imprevedibile, e non parla. Sulle atrocità di Bucha, vere o false che siano, chiunque avrebbe detto qualcosa. Mosca si limita a dire che sono false, o comunque non attribuibili ai suoi soldati, ma non mostra, come dovrebbe e potrebbe, le prove.
È vero che l’Ucraina fa largo ricorso alle agenzie pubblicitarie, americane e inglesi, per la gestione della guerra, ma allora tanto più per questo.   
 
Si fanno molte trasmissioni in tv giustamente sulla guerra in Ucraina. Dove però le persone, sia gli esperti ma anche gli stessi ucraini, espatriati o profughi, sono distessi, sorridono, ridono.  


Ucraina e Russia hanno una peculiarità in comune: sono i due paesi europei dove la corruzione è più diffusa e vasta, secondo le classificazioni annuali di Transparency. L’Ucraina viene al posto 122  (su 180), la Russia al 136.


Cadaveri disseminati dai russi si scoprono a Bucha in una coreografia macabra, per le strade, artigliati dalla morte nelle pose più varie. Mentre il presidente ucraino indirizza i premi Grammys per le canzonette americane. La guerra è comunque brutta, ma perché questa sembra teatrale, artefatta? Forse per l’improntitudine dei “presentatori” palesi: giornalisti, inviati, esperti, tutti all’unisono, palesemente imbeccati da una sola fonte. Anonima. Mai una testimonianza diretta.

Bonomi, Confindustria: “Siamo in recessione tecnica”. Nessuna eco. L’inflazione crescerà è si manterrà a lungo. Come non detto. Non è materia da social e quindi non è. Sarà l’anno zero dell’informazione, l’ennesimo.

“la Repubblica”, giornale di sinistra sempre più impegnato nelle poltrone a Roma, dopo il Festival del Cinema attacca l’ospedale Spallanzani: “Ignorate età e condanne”, titola “la Repubblica-Roma”, su tre pagine, “l’attuale direttore generale f.f. confermato per tre anni alla guida dell’Istituto. Il professore 67nne, già processato per corruzione e danno erariale, passa all’unanimità”. E assolto no? “la Repubblica” è il giornale che si ritiene la coscienza della sinistra.  

“La vera distruzione è arrivata dopo la guerra”, sospira con Raffaele Oriani, sul “Venerdì di Repubblica”, Zlatko Dizdarevic, che a Sarajevo dirigeva il giornale coscienza della città, “Oslobodeje”. Degli slavi non si sa cosa penare.  

L’Inter vince a Torino senza mai tirare, solo sulla faccia degli avversari, grazie a due arbitri. I migliori. Che fanno di tutto per far vincere l’Inter, almeno una mezza dozzina di errori, o soprusi. E danno l’impressione di non farlo apposta: “confusi”, si dice per dire, più che cattivi. Che calcio è questo? Poi si lamentano che non lo vede nessuno, in Europa, giusto i poveri italiani. Del calcio, chi se ne frega? Ma è ben un segno di come si è ridotta l’Italia.
 
La storia della Nazionale italiana che non riesce nemmeno a qualificarsi per i Mondiali di Calcio ha dell’incredibile, per la superficialità e insieme la prosopopea. Un’accolta di sbandati senza un minimo di tecnica di squadra che presume di sé l’onnipotenza. Senza umiltà, senza impegno. Di un calcio che si vota spensierato alla marginalizzazione – è sulla via di essere cancellato dal grande circuito dei diritti tv. Si veda la Rai, che ha impegnato 150 milioni per i diritti del Mondiale e non incasserà quasi niente – puntare sull’Italia è perdente.  


Di TikTok ce ne sono due. Uno social, di svago, per l’Occidente, è una serioso, scienza, tecnica, come usava in Urss, per la Cina. Come non detto.

 

Le ultime cronache romane di sesso, la ragazza abusata dai compagni alla festa di Capodanno, la preside che s'incapriccia dello studente, riducono tutto ai social. Si fa l’amore per fotografarsi e messaggiarsi, per potersi poi postare sui social. L’ultima passione è l'esibizionismo.

 

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