Ombre - 609
La condotta che
trasporta il gas russo in Europa (la condotta principale), in Germania soprattutto
e Italia, attraverso l’Ucraina, si chiama “Fratellanza”. È attiva tuttora.
La Russia in guerra
contro l’Ucraina continua a restare fuori dalle cronache. Agli inizi si poteva
capire, per l’effetto sorpresa, ma ora che la guerra s’impantana? Abbiamo avuto
poche immagini di proteste, poi più niente – le solite chiacchiere dei servizi
inglesi su chi è scomparso e chi è ricomparso. Eppure la Russia è un paese aperto,
ci vuole il visto ma è automatico. Perché si rappresenta la guerra da un solo
punto di vista?
S’impersona la Russia nell’orso.
E mai l’immagine è stata tanto veritiera come oggi: è lenta, imprevedibile, e
non parla. Sulle atrocità di Bucha, vere o false che siano, chiunque avrebbe
detto qualcosa. Mosca si limita a dire che sono false, o comunque non
attribuibili ai suoi soldati, ma non mostra, come dovrebbe e potrebbe, le
prove.
È vero che l’Ucraina fa
largo ricorso alle agenzie pubblicitarie, americane e inglesi, per la gestione
della guerra, ma allora tanto più per questo.
Si fanno molte
trasmissioni in tv giustamente sulla guerra in Ucraina. Dove però le persone,
sia gli esperti ma anche gli stessi ucraini, espatriati o profughi, sono
distessi, sorridono, ridono.
Ucraina e Russia hanno
una peculiarità in comune: sono i due paesi europei dove la corruzione è più diffusa
e vasta, secondo le classificazioni annuali di Transparency. L’Ucraina viene al
posto 122 (su 180), la Russia al 136.
Cadaveri disseminati dai
russi si scoprono a Bucha in una coreografia macabra, per le strade, artigliati
dalla morte nelle pose più varie. Mentre il presidente ucraino indirizza i
premi Grammys per le canzonette americane. La guerra è comunque brutta, ma
perché questa sembra teatrale, artefatta? Forse per l’improntitudine dei “presentatori”
palesi: giornalisti, inviati, esperti, tutti all’unisono, palesemente imbeccati
da una sola fonte. Anonima. Mai una testimonianza diretta.
Bonomi, Confindustria:
“Siamo in recessione tecnica”. Nessuna eco. L’inflazione crescerà è si manterrà
a lungo. Come non detto. Non è materia da social e quindi non è. Sarà l’anno zero
dell’informazione, l’ennesimo.
“la Repubblica”, giornale
di sinistra sempre più impegnato nelle poltrone a Roma, dopo il Festival del
Cinema attacca l’ospedale Spallanzani: “Ignorate età e condanne”, titola “la
Repubblica-Roma”, su tre pagine, “l’attuale direttore generale f.f. confermato
per tre anni alla guida dell’Istituto. Il professore 67nne, già processato per
corruzione e danno erariale, passa all’unanimità”. E assolto no? “la
Repubblica” è il giornale che si ritiene la coscienza della sinistra.
“La vera distruzione è arrivata dopo la
guerra”, sospira con Raffaele Oriani, sul “Venerdì di Repubblica”, Zlatko
Dizdarevic, che a Sarajevo dirigeva il giornale coscienza della città,
“Oslobodeje”. Degli slavi non si sa cosa penare.
L’Inter vince a Torino
senza mai tirare, solo sulla faccia degli avversari, grazie a due arbitri. I
migliori. Che fanno di tutto per far vincere l’Inter, almeno una mezza dozzina
di errori, o soprusi. E danno l’impressione di non farlo apposta: “confusi”, si
dice per dire, più che cattivi. Che calcio è questo? Poi si lamentano che non
lo vede nessuno, in Europa, giusto i poveri italiani. Del calcio, chi se ne
frega? Ma è ben un segno di come si è ridotta l’Italia.
La storia della Nazionale
italiana che non riesce nemmeno a qualificarsi per i Mondiali di Calcio ha dell’incredibile,
per la superficialità e insieme la prosopopea. Un’accolta di sbandati senza un
minimo di tecnica di squadra che presume di sé l’onnipotenza. Senza umiltà, senza
impegno. Di un calcio che si vota spensierato alla marginalizzazione – è sulla via
di essere cancellato dal grande circuito dei diritti tv. Si veda la Rai, che ha
impegnato 150 milioni per i diritti del Mondiale e non incasserà quasi niente –
puntare sull’Italia è perdente.
Di TikTok ce ne sono due. Uno social, di svago, per l’Occidente,
è una serioso, scienza, tecnica, come usava in Urss, per la Cina. Come non
detto.
Le ultime cronache romane di sesso,
la ragazza abusata dai compagni alla festa di Capodanno, la preside che
s'incapriccia dello studente, riducono tutto ai social. Si fa l’amore per
fotografarsi e messaggiarsi, per potersi poi postare sui social. L’ultima
passione è l'esibizionismo.
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