Intesa, Unicredit e Bper
ricorrono al Tesoro contro il blitz di Agricole sul banco Bpm. Certo, le banche
non si scambiano come giocattoli. Ma, come già per il Credito Valtellinese, non
sono nemmeno istituzioni, da trattare con la diplomazia: vanno pagate.
Carlo
Pesenti “personaggio” del “Corriere della sera”, una paginona di figli e avi, senza
mai nominare il nonno, dello stesso nome, nonché creatore delle fortune di
famiglia, che per un quindicennio, fino a che non si arrese e cedette il
cedibile, banche, Italcementi, fu accusato di ogni turpitudine, dalla frode al
terrorismo nero. Milano ha la memoria corta, di comodo.
Non
ci fu, nella stagione dei golpe settimanali,
nel senso che uscivano a date alterne su “L’Espresso” e su “Panorama”, atto di
terrorismo nero che non venisse ricondotto a Carlo Pesenti – e\o a Cefis. Che
naturalmente non c’entravano, né lui né Cefis, ma servivano ai servizi segreti,
che fornivano i golpe, compresi di dialoghi, per deviare l’attenzione. L’opinione
pubblica non è mai stata solida (intelligente) in Italia.
Si celebrano come un fallimento
i sesssant’anni della scuola media unica, dell’obbligo scolastico portato, per
tutti, ai 14 anni. Senza ricordare che era bellissima agli inizi, anche se partì
con una buona metà dei docenti improvvisata (studenti universitari…), tara che
ancora si porta dietro. Impoverita, anzi immiserita, dai tagli di bilancio e dalla
politica buonista degli anni 1970, della promozione assicurata.
Non un cenno, nelle tante
evocazioni del varo della scuole media dell’obbligo, che fu una delle prime
riforme del centro-sinistra, il diritto allo studio. Un’esperienza politica di
governo che fu una delle più elevate concentrazioni di riforme. Mancanza di
memoria? È sempre compromesso storico – l’eterna Dc (il centro-sinistra vide la
Dc condizionata dal partito Socialista, fino al divorzio e al nuovo diritto di
famiglia).
Grilo che chiede un vitalizio al
“suo” partito, 300 mila euro l’anno, non è una sorpresa: è sempre stato uno
furbo. La sorpresa è che l’Italia non è un Paese, una comunità strutturata, ancorata
a valori: vive (sopravvive) di scemenze. I giornali che si leggono non sono
migliori delle concioni di Grillo – che almeno, va ripetuto, è uno furbo.
Non c’è staio affare di letto
tra la preside romana e il suo alunno di cui “la Repubblica” ha fatto grande
scandalo. Non ci sono i whatsapp né i video che la incriminavano. Ma questo al
quotidiano non basta: ben due cronisti dicono di avere visto i wahtsapp e
ascoltato gli audio amorosi della preside. Quando è chiaro che il ragazzo se li
è inventati. I giornalisti non dovrebbero avere una patente professionale,
avere passato un esame?
Dei 6 milioni di cittadini ucraini
residenti all’estero, il 53 per cento è un Russia - più un 6 per cento in
Kazakistan. E allora?
Anche degli sfollati, in fuga
dalla guerra, quattro milioni, un dieci per cento risulta in Russia. Ci sarà un
motivo.
Si finge che l’ecobonus al 110 per
cento funzioni e abbia rimesso in moto l’edilizia. Mentre è vero il contrario:
i general contractor (quelli che fanno tutto loro) sono fermi da otto mesi.
E le banche fanno il gioco delle due carte: anticipare la liquidità per pagare
i lavori fatti, al costo di un prestito personale, e poi scontare la fattura –
tenendosi il 10, anche il 12 per cento. Questa è prassi che ognuno sperimenta
in banca, ma di cui non si ha notizia.
La verità, dell’ecobonus come di
ogni altra provvidenza, ristori compresi, è che il Parlamento decide, ma il
governo è gestito da un presidente del consiglio e un ministro del Tesoro
tecnocrati, attenti solo ai flussi di cassa.
Molto si spiega anche con l’arretratezza
delle banche. Bper, che con video, webinar, contatti personali, molto s’illustrava
come provveditrice dell’ecobonus, in realtà richiede pratiche lunghe e
complesse come per un mutuo – con l’esito finale di dover anticipare il
pagamento dei lavori, e poi, dopo settimane e mesi, scontare la fattura.
Il Banco Posta si era subito illustrato
per chiudere la pratica eco bonus in due settimane, poi anche in una. Ma la Cdp,
la Cassa Depositi e Prestiti, cioè il Tesoro, cioè lo Stato, l’ha subito
fermato: che efficienza è questa?
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