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domenica 24 aprile 2022

Ombre - 612

Intesa, Unicredit e Bper ricorrono al Tesoro contro il blitz  di Agricole sul banco Bpm. Certo, le banche non si scambiano come giocattoli. Ma, come già per il Credito Valtellinese, non sono nemmeno istituzioni, da trattare con la diplomazia: vanno pagate.

Carlo Pesenti “personaggio” del “Corriere della sera”, una paginona di figli e avi, senza mai nominare il nonno, dello stesso nome, nonché creatore delle fortune di famiglia, che per un quindicennio, fino a che non si arrese e cedette il cedibile, banche, Italcementi, fu accusato di ogni turpitudine, dalla frode al terrorismo nero. Milano ha la memoria corta, di comodo.

Non ci fu, nella stagione dei golpe settimanali, nel senso che uscivano a date alterne su “L’Espresso” e su “Panorama”, atto di terrorismo nero che non venisse ricondotto a Carlo Pesenti – e\o a Cefis. Che naturalmente non c’entravano, né lui né Cefis, ma servivano ai servizi segreti, che  fornivano i golpe, compresi di dialoghi, per deviare l’attenzione. L’opinione pubblica non è mai stata solida (intelligente) in Italia.  


Si celebrano come un fallimento i sesssant’anni della scuola media unica, dell’obbligo scolastico portato, per tutti, ai 14 anni. Senza ricordare che era bellissima agli inizi, anche se partì con una buona metà dei docenti improvvisata (studenti universitari…), tara che ancora si porta dietro. Impoverita, anzi immiserita, dai tagli di bilancio e dalla politica buonista degli anni 1970, della promozione assicurata. 

 

Non un cenno, nelle tante evocazioni del varo della scuole media dell’obbligo, che fu una delle prime riforme del centro-sinistra, il diritto allo studio. Un’esperienza politica di governo che fu una delle più elevate concentrazioni di riforme. Mancanza di memoria? È sempre compromesso storico – l’eterna Dc (il centro-sinistra vide la Dc condizionata dal partito Socialista, fino al divorzio e al nuovo diritto di famiglia).

 

Grilo che chiede un vitalizio al “suo” partito, 300 mila euro l’anno, non è una sorpresa: è sempre stato uno furbo. La sorpresa è che l’Italia non è un Paese, una comunità strutturata, ancorata a valori: vive (sopravvive) di scemenze. I giornali che si leggono non sono migliori delle concioni di Grillo – che almeno, va ripetuto, è uno furbo.

  

Non c’è staio affare di letto tra la preside romana e il suo alunno di cui “la Repubblica” ha fatto grande scandalo. Non ci sono i whatsapp né i video che la incriminavano. Ma questo al quotidiano non basta: ben due cronisti dicono di avere visto i wahtsapp e ascoltato gli audio amorosi della preside. Quando è chiaro che il ragazzo se li è inventati. I giornalisti non dovrebbero avere una patente professionale, avere passato un esame?

 

Dei 6 milioni di cittadini ucraini residenti all’estero, il 53 per cento è un Russia - più un 6 per cento in Kazakistan. E allora?

Anche degli sfollati, in fuga dalla guerra, quattro milioni, un dieci per cento risulta in Russia. Ci sarà un motivo.

 

Si finge che l’ecobonus al 110 per cento funzioni e abbia rimesso in moto l’edilizia. Mentre è vero il contrario: i general contractor (quelli che fanno tutto loro) sono fermi da otto mesi. E le banche fanno il gioco delle due carte: anticipare la liquidità per pagare i lavori fatti, al costo di un prestito personale, e poi scontare la fattura – tenendosi il 10, anche il 12 per cento. Questa è prassi che ognuno sperimenta in banca, ma di cui non si ha notizia.

 

La verità, dell’ecobonus come di ogni altra provvidenza, ristori compresi, è che il Parlamento decide, ma il governo è gestito da un presidente del consiglio e un ministro del Tesoro tecnocrati, attenti solo ai flussi di cassa.

 

Molto si spiega anche con l’arretratezza delle banche. Bper, che con video, webinar, contatti personali, molto s’illustrava come provveditrice dell’ecobonus, in realtà richiede pratiche lunghe e complesse come per un mutuo – con l’esito finale di dover anticipare il pagamento dei lavori, e poi, dopo settimane e mesi, scontare la fattura.

 

Il Banco Posta si era subito illustrato per chiudere la pratica eco bonus in due settimane, poi anche in una. Ma la Cdp, la Cassa Depositi e Prestiti, cioè il Tesoro, cioè lo Stato, l’ha subito fermato: che efficienza è questa?

 


 

 

 

 

 

 

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