skip to main |
skip to sidebar
Pasolini si scioglie per Ninetto
Un lamento
d’amore, tra rimpianti e invettive, 112 sonetti laschi. Una poesia discorsiva,
come sempre in Pasolini, ma infine animata, personale. Con qualche riferimento
classico: almeno un calco di Catullo, carme 72, al sonetto 64, “Dicevate un
tempo, non molto fa”, e echi di Shakespeare, dei “Sonetti”, forse. Ma di tono
molto personale: dell’amore inconsunto per Ninetto, e di gelosia per “l’altra”.
A partire dal 20
agosto 1971, data dell’annuncio ferale del matrimonio di Ninetto Davoli,
Pasolini avvia a Londra, dove si trova per le riprese dei “Racconti di
Canterbury”, e prosegue per Bath, Rye e in Italia, fino al febbraio 1973, a rapporto ormai
ricucito e consolidato con l’amato, gli dedica 112 “sonetti”, di sdegno e d’amore. “Non si tratta di sesso, lo sapete:\ ma di un affetto che
come la morte «ha mani adunche»”. Subito e ripetutamente lo specifica: il reato
di Ninetto, vuole dire, è più grave.
Pasolini fa la parte della poetessa, come era l’uso
nella prima poesia d’amore, rivolgendosi all’amato, benché ragazzo, povero, incolto,
come a più riprese precisa, col “voi”, “mio signore”. Poesie scrivendogli a
getto continuo, abbozzi non risistemati, ma ferreamente sonetti nell’ispirazione,
se non nelle rime e gli endecasillabi, e con quartine a volte scompagnate.
La traduzione di
René de Ceccaty, forzatamente formale, richiama Du Bellay, Marot, il
Cinquecento francese dei sonetti. Nella misura e anche di più nel tema, la
malinconia d’amore – la specie d’amore che si vuole, si canta, malinconico. Ma
in forma, come anche allora, “allegra”: risonante, pimpante, malgrado i rancori
e le invettive. Siciliano ci trovava la proustiana sofferenza che patisce di sé, che però non si vede, Pasolini è molto oggettivante.
Nel caso di
Pasolini la doppia tonalità è in rapporto con il soggetto, il carattere di
Ninetto. Che non cessa malgrado tutto d’infondere gioia al poeta abbandonato.
La lietezza “è durata otto anni, mica poco.\ Ora in voi è morte, in me pazzia, tutta
quella gioia”. Con Ninetto il rapporto resterà intenso: continuerà a lavorare
nei film di Pasolini, già destinatario nel 1965 della poesia che chiude la raccolta di prose disparate “Alì dagli
occhi azzurri”, anzi lui stesso Alì, e a frequentarlo, anche a viaggiare con lui, fino a Stoccolma, due
giorni prima della morte. De Ceccaty ricorda che “condividevano la stessa camera
e viaggiavano come una coppia”. E che, tutto sommato, Ninetto sposandosi “fu
più fedele a Pasolini di quanto quest’ultimo gli fosse fedele” – anche se “non intrecciò
alcun legame che potesse minacciare il suo rapporto con Ninetto”, tuttavia usava
e continuò ad avere “una vita sessuale con ragazzi di vita”.
Un canzoniere in
realtà in lode dell’amato, sotto il lamento e il vituperio. Un canzoniere straordinario
nella molteplice attività di Pasolini. Non tanto per gli esiti, ma è spontaneo,
come viene, più che curato, e non affettato. Animato, da sentimenti e
risentimenti personali, quindi “veri”, non atteggiati o programmatici quale è
la poesia di Pasolini – incitatoria, polemica, argomentativa. Mossa da paura
più che dallo sdegno, in fondo questa lunga meditazione sull’amore per Ninetto
è un omaggio. Al “mio festoso Sancho Panza\ ragazzo”, da don Chisciotte
dell’amore puro.
Un canzoniere alla
Penna - anche se casto - la cui spensieratezza di “diverso” Pasolini ha sempre invidiato. De Ceccaty,
come d’obbligo, cita i “Sonetti” di Shakespeare – anche per l’uso del “voi”, che
gli richiama il thou dell’inglese biblico. Ma Penna è miglior riferimento:
Pasolini stesso accenna a Shakespeare, scrivendo in Inghilterra, ma non ci sono
secentismi in questo brogliaccio, tutto o quasi tutto è diretto, anche le
citazioni. Più congrua l’altra radice che il curatore ci trova, i provenzali, i trovatori.
È l’unica edizione
disponibile dei sonetti per Ninetto. Si può leggere, con la traduzione in
francese e con un saggio di René de Ceccaty, in originale – l’unica edizione italiana
è quella ricompresa nei “Meridiani”, “Tutte le poesie”.
Pier Paolo Pasolini,
Sonnets, Gallimard, pp. 283 € 10,50
Nessun commento:
Posta un commento