Sartre non piaceva a Simone – “non sa fare l’amore”
Non sono gli amori
di Beauvoir, il saggio rilegge i primi taccuini pubblicati, “Cahiers de
jeunesse (1926-1930)”, o come una giovane donna “di buona famiglia”, cresciuta
in un liceo femminile di religiose, “arriva tardi alla liberazione sessuale”. All’università
a Parigi, tra dubbi, incertezze, e (piccole) scoperte. Dapprima, quindi ai
vent’anni, con i “tala” della prestigiosa École Normale, i cattolici, Merleau-Ponty,
Élisabeth Lacoin, Maurice de Gandillac, e la rivista “Esprit”, poi con i
“patalas”, René Maheu soprattutto, e gli amichetti Sartre e Nizan. Col pensiero
sempre fisso al cugino Jacques Champigneulle.
La storia degli
amori di Simone de Beauvoir è – sarà – complessa da dipanare – “Beauvoir non si
è fatta in un giorno” è la conclusione del saggio. Intendendo che la storia sessuale della scrittrice, che pure ebbe enorme importanza, nella sua opera
oltre che nella vita, ancora non si può ricostruire, perché i diari e le corrispondenze
sono editate dalla compagna di Beauvoir e esecutrice testamentaria Sylvie Le
Bon - come da quella di Sartre, Arlette Elkaîm-Sartre - con censure e lacune. Molte
corrispondenze, in particolare, sono anche inedite, per esempio quelle di
Simone con gli amanti Claude Lanzmann e Sylvie Le Bon. Per gli anni dell’adolescenza
e la prima giovinezza di Simone, invece, Chaperon ritiene di avere un quadro
esauriente dai primi taccuini. Quanto basta per dirla “manifestamente dotata di
grande sensualità, che traspare da numerosi passaggi”. Specie nei confronto
del cugino Jacques, con il quale non ha una storia, ma che sembra il suo
mentore in questioni d’amore, a distanza – “la profondità di questo amore per
Jacques non manca di sorprendere la lettrice di questa confessioni intime”.
L’apprendistato è
lento e difficile, spiega Chaperon, per il semplice fatto che “la giovane
Simone, come Hélène, la sorella cadetta, hanno conosciuto un’educazione molto
tradizionale e rigida, controllata dalla madre. La loro scolarità si svolge tutta
in una istituzione privata cattolica molto rispettabile, il corso Désir, la
loro madre sorveglia strettamente le loro frequentazioni, le loro letture, le
loro corrispondenze, che legge, fino ai loro 18 anni passati”. Simone ragazza
ha già molti interessi, culturali, sociali, ma “cresce da oca bianca,
spigolando informazioni dalla cugina maggiore Madeleine (le cui conoscenze sono
molto limitate) e poi soprattutto da Stepha Avdicovith, una giovane ucraina
molto più esperta, assunta come governante degli ultimi figli della famiglia
Lacoin nell’estate del 1928”, con la quale discute l’amore fisico”. Qui Chaperon ha forse un lapsus: la cugina
Lacoin era Élisabeth, la vulcanica “Zaza” di tanti suoi futuri racconti, che
morirà nel 1930, Madeleine sarà suora di Carità, e si dirà molto contrariata
dall’abbandono di Dio e della decenza da parte di Simone, se non per i suoi
ricordi di Zaza). Simone però aveva nel 1928 venti anni, la cugina Madeleine-Élisabeth,
“Zaza”, uno di più.
Questi “amori” sono
dei quattro anni di studi di Simone a Parigi, ai corsi dell’Institut Catholique
e dell’Institut Sainte-Marie di Neuilly, poi alla Sorbona, e alla École Nomale Supérieure.
Anni nei quali va a ballare al Jockey Club. Lasciando i “talas” la prima affezione,
duratura e anche emozionata, è per Maheu – benché sposato. Dopo lo scritto dell’agrégation,
il concorso per l’insegnamento, prepara l’orale uscendo per divagarsi con Maheu,
e con la copia Sartre-Nizan. “L’iniziazione verrà con Sartre”, che non si fa gli
scrupoli di Maheu: “Ma quest’ultimo, a differenza di un Merleau-Ponty, di un
Galois, di un Maheu, non ha note distintive nel diario. Nota di tanto in tanto
la sua presenza con indifferenza, ortografa male il suo nome (Sarthe)), la prima
volta che scrive due parole su di lui è per dire che non le piace il suo “occhio
falso”. Sartre sarà il primo a stringerla (“heavy petting”, spiegherà Simone alla
biografa americana Deirdre Bair), e la cosa le piace – il diario registra “l’emozione
di essere serrata contro di lui, abbandonata”. Poi soppeserà Sartre, Maheu, e
il cugino Jacques, con chi mettersi: “È solo dopo l’annuncio del matrimonio di
Jacques che accetta pienamente Sartre”. Ma con riserva, aggiunge maligna
Chaperon: “Retrospettivamente avrà un giuizio più critico di questa prima
esperienza sessuale. A Nelson Algren (suo amante americano negli anni 1940,
n.d.r.) scriverà: «Sessualmente, non fu una riuscita perfetta, essenzialmente a
causa sua, lui non è appassionato per la sessualità»” – Sartre incontenibile
don Giovanni proprio alla don Giovanni?
Sylvie Chaperon, Les amours de Beauvoir: une révolution
sexuelle avant l’heure?, pp. 18, free online
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