Toghe intoccabili
Un pamphlet agile sui problemi della giustizia
di cui in cronaca. Dal Csm correntizio agli accordi sottobanco (caso Palamara),
alle troppe avventure giudiziarie di giudici, alle nomine difficili e contestate
negli uffici giudiziari. E alle avventure politi che dei giudici, perché no.
“Da Tangentopoli al crollo della magistratura” è
il sottotitolo. “Mani Pulite” doveva essere la cura, e invece è diventata una
malattia: la giustizia politica. Nordio, ex magistrato, che non ha fatto la carriera che si meritava perché professionalmente oculato, non la chiama così. Parla di “controllo
dei partiti” e di “tutela del Paese”. Ma è giustizia politica, sbirresca, da
paese di terz’ordine.
Un sistema, anche, che non si può dire all’ultimo
atto, visti i problemi che la riforma del sistema, pur reclamata da tutti, “non
s’ha da fare”. Con questo governo unanimistico, o quasi, come con i precedenti
governi, di destra, e di sinistra: i giudici stanno bene così, anche se il sistema
loro stessi a volte dicono marcio, tanto lo è per più evidenze: carriere, nomine,
Csm, “sistema Palamara”, “caso Davigo”, e i giudici capipartito, Di Pietro, i
palermitani, i ministri della Giustizia. Il giudice italiano è un “impunito”,
si direbbe a Roma. Anche ora, a fronte di referendum che potrebbero far saltare il
banco dell’intoccabilità.
Carlo Nordio, Giustizia ultimo atto, Guerini
e Associati, pp.183 € 18,50
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