venerdì 29 aprile 2022

Una vecchia invasione stile Pcus, che guerra è questa

Volendo dare una ratio alla guerra della Russia in Ucraina, è un’invasione di stile sovietico, come quella della Cecoslovacchia nel 1968. Se non che, non essendoci più (comunisti) locali in appoggio, l’invasione è finita nel pantano. È lo scenario peggiore.
La preoccupazione per il prolungarsi della guerra è seconda, nelle cancellerie e negli stati maggiori, alla curiosità, anzi alla paura, di non sapere o capire di che guerra si tratta. Si fanno le guerre secondo dei piani, ma Putin non mostra di averne uno. Quella in Ucraina si ritiene il tipo di guerra più pericolosa, se e finché Putin, che l’ha ordinata e la gestisce, comanderà in Russia – un Paese dove la “costituzione” di fatto assegna tutti i poteri a un uomo solo.
Questa guerra è temuta, comunque appassiona il pubblico, per il bombardamento quotidiano strappalacrime : stupri, bambini, ospedali, scuole, teatri, fosse comuni, irradiazioni nucleari. Un bombardamento emotivo in singolare contrasto con il numero delle vittime civili che l’Onu registra, circa tremila in settanta giorni: sono molte, ma non sono niente quando agiscono le artiglierie, con i missili, e i cacciabombardieri (sono tremila i migranti morti nel Mediterraneo nel 2021). Irrisorio, poi, il numero delle vittime militari, che l’una parte addebita all’altra, e dei prigionieri di guerra. Ma è per ciò stesso, per essere come evanescente, inafferrabile nelle sue logiche se non nelle distruzioni, che la guerra è temuta.
È temuta dagli Stati maggiori Nato, ed è temuta, con differenti inflessioni, dai governi europei, perché non se ne individua la ratio. Non è – non è stata - una guerra lampo, malgrado la sproporzione delle forze. Non c’è un fronte ma una serie di fronti sparsi vengono aperti e si richiudono. Se è una guerra di occupazione-liberazione del Donbass (Donetsk e Luhansk), come già avvenuto per la Crimea, non ha senso la dispersione dell’attacco su altri tre o quattro fronti. Un altro esito possibile non si vede: non è possibile la frantumazione dell’Ucraina in più staterelli, non è possibile la russificazione della fascia litoranea dell’Ucraina, fino alla Moldavia-Transnistria.    
Se l’invasione dell’Ucraina è stata pensata così, al modo sovietico, la guerra può avere tutti gli sviluppi possibili. Dal rivolgimento di palazzo a Mosca, come usava da Stalin a Breznev col vecchio Pcus, il partito comunista sovietico, alla guerra totale da resa incondizionata – non necessariamente dell’Ucraina.
Non è l’unica incertezza. Il quadro è nuovo anche perché l’Occidente è diviso di fatto. Di fatto gli interessi americani sono ora diversi, e anche contrari, a quelli dell’Europa. E l’America ha un presidente in caduta verticale di credibilità, dato sicuro perdente al voto di medio termine fra sei mesi, per il quale già si corre. Mentre in Europa la conferma di Macron porterà all’ovvio rilancio della sua “dottrina” europea. A un tentativo, almeno, di autonomia continentale, politica e strategica. Con la Germania a governo pur sempre di sinistra, malgrado la presenza liberale, che oscilla tra il vecchio atlantismo senza riserve e la voglia, anche la necessità, di autonomia – la vecchia Ostpolitik. Un’Europa con ogni esito possibile.

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