Come l’Europa creò Hitler
Sanzioni e
occupazioni, come la “duplice accoppiata” portò la Germania in poco tempo a Hitler
– il quale, si dimentica, aveva in due anni soggiogato l’Europa, non fosse
stato per la Russia. Come si arriva a una guerra, subito dopo averne persa già
una, con un regime come quello hitleriano? Fra le tante “cause della guerra” di
tanti storici dopo il 1945, questo del banchiere Schacht copre un buco
notevole.
È un vecchio libro,
del 1968 (già tradotto nel 1971 col titolo originale, “1933 – Come una
democrazia muore”), uno dei tanti che Hjalmar Schacht, il banchiere centrale
tedesco che bloccò la famosa inflazione tedesca di un secolo fa, e la fame per
molti milioni di tedeschi, ha scritto dopo la guerra, e dopo essere stato
incluso abusivamente nel processo di Norimberga, ma senza alcun appiglio per
condannarlo. Libri di politica monetaria (compreso uno ancora insuperato sulla
moneta, su questo concetto “diabolico”, “La magia del denaro”), o di memorie, o
di storia come questo, per spiegarsi e spiegare come la Germania sia poi
approdata a Hitler – “La fine della Repubblica di Weimar” è il sottotitolo della
nuova traduzione: un lento implacabile soffocamento.
Il libro è anche una
spiegazione delle procedure, a suo tempo giudicate eterodosse, messe in opera
da lui stesso, in qualità di banchiere centrale infine della Germania di Weimar,
con le quali riuscì, come per un colpo di bacchetta magica, a domare infine e
quadi di colpo l’inflazione senza fine che aveva divorato per un decennio il
paese. Utile forse anche oggi. Ma sicuramente per la notazione che lo
introduce, sui giusti criteri che dovrebbero regolare le paci, dopo le
sconfitte. Semplice: “L’imposizione del riconoscimento di avere provocato la guerra
del 1914, il rifiuto, durato sei anni, di accogliere la Germania nella Lega
delle Nazioni. Il privilegio lungamente esercitato dalle nazioni vincitrici nel
campo della politica commerciale, l’invasione militare francese della Renania
in tempo di pace, la paralisi del territorio della Ruhr (il centro della forza
economica tedesca), la continua emorragia finanziaria, per oltre un decennio,
della Germania generarono nel popolo tedesco una insopportabile umiliazione
spirituale e un impoverimento sociale. Da questa depressione morale e materiale
sorse il movimento nazionalsocialista”.
Un testo che ha
trovato la sua prima traduzione, nel 1971, nelle edizioni “Borghese”, senza che
Schacht fosse o fosse stato hitleriano. In altri termini, la stessa cosa era
stata spiegata, anzi anticipata, già nel 1919, da Keynes, nelle “Conseguenze
economiche della pace”. Ribadita da Golo Mann nel compendio del 1958, “Storia tedesca del 19mo e
20mo secolo”, dove dice i termini della pace di Versailles nel
1919 “incuranti della giustizia, un mostruoso strumento di soppressione,
uno sciacallaggio, un insulto perenne. La Germania ha perso un decimo della sua
popolazione, per metà di discendenza tedesca, un ottavo del suo territorio, la
maggior parte del suo ferro e molto del suo carbone, e tutte le sue colonie con
la spiegazione ingiuriosa che «i tedeschi erano troppo barbari per essere una
potenza coloniale»” – pensare, per un confronto, alla Francia del dopoguerra, dall’Indocina
all’Algeria…
C’è sempre di
peggio dietro l’angolo.
Hjamar Schacht, Come
muore una democrazia, Oaks, pp. 194, € 18
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